Il Mondiale del 1974 è ricordato anche per il derby fra tedeschi. Vinsero a sorpresa quelli dell’Est, come due anni prima ai Giochi di Monaco. Ecco i retroscena e gli sviluppi di quella sfida unica e irripetibile
Un derby del genere ai Mondiali era una novità assoluta, ma il sorteggio di Francoforte, il 5 gennaio del 1974, fu inequivocabile. Cinque mesi dopo la Germania Ovest, che ospitava la manifestazione iridata, avrebbe affrontato la Germania Est, che per qualificarsi aveva eliminato Romania, Finlandia e Albania, trionfando per 4-1 nella partita decisiva a Tirana. Eppure tedeschi occidentali e orientali, così vicini, ma così distanti per il muro che era sorto alla fine della seconda guerra mondiale, si erano già incontrati sul campo.
Due anni prima, alle Olimpiadi, in una Monaco sconvolta per la strage di atleti e dirigenti della delegazione israeliana, era stata la DDR a vincere per 3-2 i “cugini”, che li avevano raggiunti due volte (dopo Pommerenke segnò Hitzfeld, a Streich rispose Hoeness) prima che Vogel infliggesse il colpo decisivo, utile per portare la sua squadra alla conquista del bronzo, a pari merito con l’URSS di Oleg Blochin.
Se gli occidentali partono con un vantaggio per il Mondiale, essendo i padroni di casa, gli orientali non sono da sottovalutare, soprattutto dopo che il Magdeburgo ha vinto la Coppa delle Coppe battendo per 2-0 il Milan di Trapattoni, un allenatore alle prime armi, nella finale di Rotterdam.
Il torneo iridato si apre con una vittoria sia per la Germania Ovest (1-0 sul Cile) che per la Germania Est (2-0 sull’Australia), ma la seconda partita mette in difficoltà entrambe le squadre tedesche. Quella orientale pareggia 1-1 con i sudamericani (il giovane Hoffmann, il secondo calciatore più giovane del Mondiale, dopo lo slavo Vladimir Petrović, segna il gol del vantaggio e spera anche in un regalo a due ruote: il presidente della DDR, Honecker, ha promesso ai giocatori una Trabant, se arriveranno tra le prime tre squadre, e l’attaccante del Magdeburgo, che non ha la patente, ha chiesto uno scooter per andare più facilmente a scuola).
Mentre gli occidentali, che hanno battuto facilmente i “Canguri” (3-0), devono fare i conti con le bizze di Beckenbauer e con il “caso” Netzer, sempre più isolato dai compagni di squadra perché gioca nel Real Madrid, e che minaccia di tornarsene a casa se non verrà schierato nella prossima partita. Il capitano “Kaiser Franz” si mette nei guai sputando verso la tribuna al termine del match con gli australiani. Il gesto è una risposta agli insulti ricevuti dagli spalti del Volksparkstadion di Amburgo, dove lo hanno chiamato più volte “maiale bavarese”. Dopo aver chiesto scusa, Beckenbauer dichiara che la sua squadra non farà sconti agli avversari nel derby del “Muro”, mentre l’allenatore della Germania Est, Buschner, pensa di schierare una formazione molto difensiva. «È chiaro che non ci sarà permesso di giocare in modo aggressivo», dice in anticipo.
Un osservatore interessato è Luis Alamos, il tecnico del Cile. «Contro l’Australia» assicura «faremo tutti i gol che vogliamo, poi vedremo la vittoria di Müller e compagni, il risultato è scontato». Ma evidentemente non è scritto come andrà a finire la partita che si gioca il pomeriggio del 22 giugno a Berlino: 0-0 e addio qualificazione per Reynoso e soci, che in caso di passaggio del turno avrebbero guadagnato 7.500 dollari a testa, un vero tesoro, se confrontato con i 12 dollari di diaria che ricevevano dalla Federazione di Santiago.
Dopo aver già ottenuto il passaggio al turno successivo, le due Germanie si affrontano ad Amburgo. Gli occidentali – con la tradizionale divisa bianca e nera – attaccano, come previsto, e gli orientali – in maglia blu e pantaloncini bianchi – si difendono, lasciando in avanti solo Hoffmann e Sparwasser. Ai padroni di casa viene negato un rigore (Lauck atterra Overath ma l’arbitro, l’uruguaiano Barreto Ruiz, non fischia), c’è un palo di Müller, ma il primo tempo finisce sullo 0-0.
Nella ripresa gli orientali controllano senza troppi problemi e il ct occidentale, Schön, manda in campo Netzer, che però sembra fuori dal gioco. A dodici minuti dalla fine, Lauck lancia l’ennesimo contropiede: Sparwasser arriva sulla palla, supera Schwarzenbeck ed entra nella storia battendo Maier sul suo palo. Esultano i quasi duemila tifosi arrivati da Berlino Est. La reazione degli svantaggiati è veemente e rabbiosa, gli ultimi dieci minuti sono al cardiopalma, ma il portiere “ospite” Croy è bravo e così vince la Germania Est.
«Un successo meritato sia dal punto di vista tattico che da quello agonistico», commenta Buschner. «Abbiamo giocato all’attacco e ci siamo scoperti? Beh, ci ho riflettuto anch’io, ma mi sono detto: se noi li aspettiamo e loro fanno lo stesso, cosa succede?»: Schön sembra quasi commovente, mentre si assume le responsabilità della sconfitta, ma non è certo un novellino in materia di strategia, tutt’altro.
La Germania Est, che ha vinto il girone, si ritrova nel Gruppo A con il Brasile campione uscente, l’Argentina e soprattutto con l’Olanda, che è la squadra più forte del torneo, lo dicono tutti. Alla Germania Ovest, invece, nel gruppo B, spettano Polonia, Svezia e Jugoslavia, non esattamente la crema del calcio mondiale. Alla luce di un epilogo che vede i bianchi trionfare, rimontando gli ormai quasi appassiti Tulipani nella finalissima dell’Olympiastadion di Monaco, forse il derby del Muro l’ha vinto proprio Schön più di tutti…