Nel 1928 i gerarchi fascisti posti alla guida del calcio obbligarono l’U.S.Milanese a fondersi con l’Internazionale F.C. di Milano. In tal modo nacque la Società Sportiva Ambrosiana.
La nascita: ribelli del football al Castello Sforzesco
Tutto inizia nella primavera del 1904, quando un gruppo di ginnasti e calciatori decide di fondare l’Unione Sportiva Milanese. Da una parte ci sono alcuni soci usciti dalla Mediolanum, società di ginnastica nata nel 1896, dall’altra alcuni giocatori del Milan.
La storia è curiosa: alcuni membri della Mediolanum avevano iniziato a praticare il football, questo sport nuovo arrivato dall’Inghilterra, nel cortile in terra battuta del Castello Sforzesco dove aveva sede la società. La loro prima esibizione pubblica risale al maggio 1898. Tra i più entusiasti c’era Umberto Meazza, che organizzò anche la prima sezione football all’interno della Società Ginnastica Italiana e si mise a formare una vera squadra.
Ma i vertici della Mediolanum non la presero bene. Allarmati da questo nuovo sport, decisero di espellere i soci che praticavano «un gioco di società con i piedi importato dall’Inghilterra».
Come ricorda la “Lettura Sportiva”: «Ad un ordine del Consiglio della Mediolanum di cessare questo giuoco che distraeva i ginnasti dai loro esercizi abituali, Umberto Meazza ed alcuni suoi discepoli preferirono abbandonare la vecchia società per far parte di un’altra dove avrebbero potuto perfezionarsi seriamente in questo giuoco che essi reputavano migliore di ogni altro. E fu l’Unione Sportiva Milanese ad accogliere i foot-ballers milanesi, mettendo loro a disposizione un campo quasi perfetto in Via Comasina».
Una costola del Milan
La Società Ginnastica Milanese Forza e Coraggio ospitava già alcuni soci del Milan, fondato nel 1899. Il presidente del Milan e viceconsole britannico Alfred Edwards faceva parte del Comitato d’Onore, mentre Edoardo Nathan, uno dei fondatori rossoneri, era nel Comitato Esecutivo per i Giuochi Ginnastici.
Non sorprende quindi che tra chi si unì a Umberto Meazza e agli altri espulsi dalla Mediolanum ci fossero anche giocatori milanisti. Tra questi Daniele Angeloni e Recalcati, campioni d’Italia con la maglia rossonera nel 1901.
I momenti di gloria
L’Unione Sportiva Milanese debutta nel campionato 1905 con una formazione che comprendeva: Francescani, Magni, Pirovano, Ghinelli, Lanfranchi, Meazza, Cremonesi, Boiocchi, Varisco, Franzosi, Recalcati.
Nel Girone Lombardo la squadra riesce addirittura a superare il Milan, piazzandosi poi al terzo posto nel girone finale dietro Juventus e Genoa. Lo stadio era a Dergano, in una zona chiamata L’Oriente, mentre il ritrovo sociale si trovava in via Pontaccio 9.
La Milanese colleziona risultati importanti: è la prima squadra italiana a battere una belga in trasferta (il Saint-Gilloise), e nel 1908 e 1909 si piazza seconda in campionato alle spalle della Pro Vercelli.
La fusione forzata: quando il regime decise il destino del calcio milanese
Verso la fine degli anni Venti si inizia a parlare di una possibile fusione tra l’Internazionale F.C. (l’Inter) e l’USM. Nel 1928 un evento accelera tutto: la Federcalcio sta preparando il passaggio al girone unico (previsto per la stagione 1929-30) e allarga il numero delle partecipanti ai due gironi da ventiquattro a trentadue squadre.
Rientra così anche l’US Milanese, ma resta fuori la Fiumana, la squadra di Fiume, città simbolo dell’italianità e del desiderio di unione delle “terre redente” alla patria. Il regime fascista, favorevole a una “semplificazione” del panorama calcistico che riducesse il numero di club nelle stesse città, vede l’occasione perfetta per risolvere due problemi in un colpo solo: far entrare la Fiumana in Divisione Nazionale ed eliminare quel nome “Internazionale”, che ricordava troppo l’Internazionale comunista.
Rino Parenti, gerarca provinciale milanese e presidente dell’Ente Sportivo Provinciale Fascista (ESPF), il 31 agosto 1928 emana un comunicato ufficiale: «L’Ente Provinciale Sportivo Milanese, in considerazione del nuovo orientamento dello sport italiano, inteso a rinsaldare e unificare tutte le attività sportive nazionali, esaminata la particolare situazione dello sport calcistico milanese, uditi i due presidenti dell’U.S. Milanese e del F.C. Internazionale, delibera la fusione dell’U.S.M. e del F.C. Internazionale e lo scioglimento dei Consigli di entrambi i sodalizi e nomina l’On. Torrusio Commissario Straordinario perché provveda più sollecitamente possibile alle pratiche inerenti la fusione».
Ernesto Torrusio, che era sia vice-podestà di Milano che presidente dell’US Milanese, si presentò dal presidente dell’Inter, Senatore Borletti, con le credenziali dell’ESPF per assumere la direzione della società nerazzurra. Il tentativo di alcuni soci dell’Inter di bloccare l’operazione non ebbe successo. Le lettere inviate da Borletti e dal Consiglio Direttivo ai dirigenti fascisti per scongiurare la fusione caddero nel vuoto.
L’8 settembre 1928, Ernesto Torrusio tornò dall’incontro con Mussolini con la ratifica ufficiale della fusione: «A seguito della fusione tra le società F.C. Internazionale e U.S. Milanese deliberata dalle superiori Gerarchie ed effettuata dall’Ente Sportivo provinciale fascista di Milano, il Segretario del Partito, udito il parere del Commissario, ha ratificato le modalità della fusione stessa, la quale evita la dispersione delle forze calcistiche milanesi e consente l’entrata della Fiumana in Divisione Nazionale. La nuova società assume il nome di Società Sportiva Ambrosiana. La maglia sociale sarà bianca».
L’Ambrosiana: tra compromessi e successi
Inizialmente la maglia doveva essere completamente bianca, poi fu disegnata una divisa bianca con croce rossa (i colori di Milano) e fascio littorio. Ma alla fine prevalse una soluzione di compromesso: l’Ambrosiana indossò la maglia nerazzurra con scacchi bianchi e neri al collo – un dettaglio che ricordava i colori della Milanese ma che non piacque affatto ai tifosi puristi.
Nel 1929, il nuovo presidente Oreste Simonotti ripristinò definitivamente i colori nerazzurri, e nel 1931 la società assunse il nome di Ambrosiana-Inter dopo la ricostituzione dell’US Milanese come polisportiva (che tornerà al calcio solo nel 1945).
E i risultati arrivarono presto: nella stagione 1929-30, con l’allenatore ungherese Árpád Weisz, l’Ambrosiana vinse il primo campionato a girone unico della storia, conquistando il terzo scudetto della sua storia (il secondo per l’Inter, che aveva vinto nel 1910 e 1920). Nel 1938 arrivò un altro scudetto.
Solo nel 1945, dopo la caduta del fascismo e la fine della Seconda Guerra Mondiale, la società poté finalmente tornare al suo nome originale: Football Club Internazionale Milano. Il 27 ottobre 1945, l’Ambrosiana-Inter ridivenne ufficialmente F.C. Internazionale Milano, chiudendo così una parentesi forzata durata diciassette anni.