La Coppa Libertadores nasce ufficialmente nel 1960. Se però vogliamo fissare con maggiore precisione il momento esatto in cui si cominciò a dibattere circa l’eventuale nascita di un torneo che mettesse di fronte tutte le squadre vincitrici dei campionati nazionali delle federazioni affiliate alla “Confederación Sudamericana de Futbol” non possiamo fare a meno di risalire al congresso di Rio de Janeiro del 1958, indetto proprio dalla CSF. Fu durante questo meeting che nacque l’idea di istituire un torneo continentale fra le squadre vincitrici dei propri campionati nazionali, prendendo spunto dalla Coppa dei Campioni, nata nel 1955, che stava riscuotendo grande successo in Europa.
Ad ogni modo esistevano già delle basi su cui lavorare poiché in passato il Sudamerica era già stato teatro di incontri tra club di diversi paesi, nell’ambito di manifestazioni internazionali. Lo spirito competitivo, ben radicato all’interno dei club latino-americani, aveva portato già negli anni Trenta e Quaranta le squadre campioni di Argentina e Uruguay a sfidarsi annualmente nella Coppa Rio de la Plata, che si svolgeva alternativamente a Buenos Aires e a Montevideo, le due città che sorgono sulle rive del fiume che dava il nome al torneo.
L’idea di una competizione simile alla Libertadores era da tempo in bacino di carenaggio. Nel 1929 Roberto Espil e José Userà Bermudez, dirigenti del Nacional di Montevideo, pensarono a un torneo che coinvolgesse le squadre campioni dei campionati sudamericani. Lo stesso Espil, nel 1946, dopo aver analizzato le distanze e la distribuzione geografica, pensò di includere anche i vice-campioni nazionali, raccogliendo un assist di Robinson Alvarez Marin, dirigente del Colo Colo, che vi aveva già pensato sul finire degli anni Trenta.
Nel 1948, con Luis Valenzuela presidente della CSF, si passò alla pratica con un torneo molto simile alla futura Libertadores: la Coppa dei Campioni. Si giocò fra febbraio e marzo a Santiago del Cile e vi presero parte 7 vincitori dei campionati dell’anno precedente. La vittoria fu conquistata dai campioni brasiliani del Vasco da Gama. Gli altri partecipanti furono: River Plate (Argentina), Nacional Montevideo (Uruguay), Colo Colo (Cile), Emelec (Ecuador), Litoral (Bolivia) e Deportivo Municipal (Perù). Con queste premesse appare chiaro che l’oggetto di cui si trovarono a dibattere a Rio de Janeiro nel 1958 i membri della CSF non era un’entità sconosciuta.
Nella splendida città brasiliana si riunirono attorno a un tavolo Raul Colombo e Eduardo Palma (Argentina), Fermin Sorhueta, Washington Cataldi, Luis Tróccoli y Bracco (Uruguay), il dottor Quiroga (Bolivia), Teófilo Salinas (Perù), Alberto Goni (Cile), Joao Havelange e Abillo de Almeida (Brasile), A. Mendoza Sànchez e Lidio Quevedo (Paraguay). Con una formazione del genere era impossibile non raggiungere il massimo obiettivo, infatti la riunione si concluse positivamente e il Congresso stabilì la nascita della competizione per club più importante del Sudamerica.
Nello stesso anno (1958) il segretario generale della Uefa, Henri Delaunay, su imbeccata di Santiago Bernabeu (instancabile presidente del Real Madrid vincitutto), pose all’attenzione dell’allora presidente della Confederación Sudamericana, il brasiliano José Ramos de Freitas, una proposta piuttosto interessante: organizzare un doppio incontro annuale fra i campioni d’Europa e i campioni del Sudamerica, che avrebbe preso il nome di Coppa Intercontinentale. Il successo ottenuto in Europa dalla Coppa dei Campioni, giunta alla terza edizione, venne individuato dai dirigenti sudamericani come un precedente incoraggiante e la possibilità di legare le due competizioni era vista come un’occasione da non lasciarsi sfuggire.
Un omaggio ai Libertadores
Il 5 marzo del 1959, durante il ventiquattresimo Congresso della Confederazione Sudamericana, a Buenos Aires, vennero messi a punto gli ultimissimi dettagli: organizzazione, regole e calendario. Restava solo da stabilire la denominazione di questa manifestazione e alla fine si decise di dedicare un giusto tributo ai leggendari “Libertadores”, che condussero nel XIX secolo le battaglie per l’indipendenza degli Stati sudamericani dall’oppressiva dominazione degli spagnoli.
È giusto quindi ricordare quali furono gli eroi ai quali si deve l’indipendenza del Sudamerica: Bolivia, Colombia e Venezuela devono la loro liberazione a Simon Bolivar, Francisco Miranda e Antonio José Sucre, il Cile a Bernardo O’Higgins, l’Ecuador a Antonio Sucre, il Paraguay a Rodrigues Francia, il Perù a José de San Martin e al già citato Simon Bolivar, le cui imprese si espansero a macchia d’olio lungo tutto il continente, l’Argentina allo stesso José de San Martin e Manuel Belgrano e infine l’Uruguay a José Gervasio Artigas e José Fructuoso de Rivera che combatterono non solo contro gli spagnoli, ma anche contro argentini e brasiliani, affiancati dal “nostro” Giuseppe Garibaldi eroe anche in Sudamerica. Deriva proprio dalle sue imprese uruguaiane l’uso della “camisa roja” per le sue truppe, un indumento di tessuto grezzo utilizzato dagli addetti al mattatoio di Montevideo, che ne avevano donato una enorme quantità al condottiero italiano.
Solamente il Brasile non ha espresso alcun liberatore, anche perché il dominio esercitato dai portoghesi non era così oppressivo come quello spagnolo sui restanti Paesi sudamericani. L’indipendenza brasiliana fu portata avanti dall’imperatore Pedro I, che da Rio de Janeiro si ribellò al padre Giovanni VI re del Portogallo, nel 1822. La monarchia restò in auge fino alla rivoluzione istituzionale del 1889, provocata dalla ribellione dei proprietari terrieri nei confronti dell’abolizione della schiavitù decretata dall’imperatore Pedro II, figlio di Pedro I.
La dedica storica non era una novità per le competizioni sudamericane. Già negli anni precedenti numerosi tornei avevano presentato riconoscimenti di questo tipo ai personaggi più importanti della storia latinoamericana. Solo per citare alcuni esempi, ricordiamo la “Taca General Julio Rocha” che dal 1914 vedeva il confronto fra Brasile e Argentina; la “Taca Bernardo O’Higgins” dal 1955 tra Brasile e Cile; la “Taca Osvaldo Cruz” dal 1950 tra Brasile e Paraguay; la “Copa Rio Bianco” dal 1931 fra Brasile e Uruguay, in omaggio alla località che vide l’accordo fra le due nazioni nella guerra contro il Paraguay; la “Taca Paz del Chaco” tra Bolivia e Paraguay, in ricordo della pace stipulata nel 1936 dai due paesi nell’ambito della guerra per l’acquisizione del territorio del Chaco. Dalla storia al pallone, insomma, il passo è breve.
L’intuizione di Washington Cataldi
Il 15 febbraio 1960 a Montevideo, alla presenza dei dieci Paesi della Confederazione e del suo presidente Fermin Sorhueta, venne definitivamente approvata l’istituzione della Copa Libertadores de America, che sarebbe iniziata il 19 aprile dello stesso anno. Era aperta ai campioni nazionali di tutti i dieci paesi affiliati alla CSF, ma solo sette squadre accettarono di entrare in gara. Fu subito un grande successo di gioco e pubblico, che affollava gli stadi con un tifo passionale, come nell’indole dei supporter sudamericani.
L’utilizzo di giocatori stranieri nelle varie squadre fu un grande motivo di attrazione e internazionalizzazione della manifestazione, poiché anche le formazioni che giocavano in trasferta erano sostenute ovunque da migliaia di tifosi che seguivano l’idolo del proprio Paese, della propria squadra o del proprio quartiere. Con la partecipazione del Nacional (vice-campione uruguaiano) oltre che del Peñarol alla terza edizione della Coppa, balenò nella mente dei dirigenti uruguaiani l’idea che potessero prendere parte al torneo anche i vicecampioni nazionali.
Ci volle però un po’ di tempo prima che la proposta venisse accolta ottenendo i voti di cui aveva bisogno. La mozione venne infatti approvata solo nel 1965 durante il Congresso Ordinario di Santiago e sancì, momentaneamente, l’esclusione delle compagini brasiliane che avevano votato contro la proposta uruguaiana. Il presidente del Peñarol dominatore delle prime due edizioni del torneo, Washington Cataldi, qualche anno dopo spiegò: «Tutti conoscono la storia della Coppa Libertadores. Noi siamo stati i suoi pionieri insieme agli altri club del Sudamerica, prima dando vita a questa competizione nel 1960, poi invitando anche i vice campioni nazionali a partire dal 1966. Si disse che questa era una manovra destinata ad assicurare la presenza dei due grandi club uruguaiani (Peñarol e Nacional). In parte ciò era vero, ma questa non era l’unica ragione. Io personalmente mi incaricai di viaggiare attraverso i Paesi sudamericani per dimostrare e convincere tutti che per il bene della Coppa era meglio un allargamento a venti partecipanti invece delle dieci originali. La storia ha dimostrato che avevo ragione».
ALBO D’ORO
Anno | Squadra | Nazione |
---|---|---|
1960 | Peñarol | Uruguay |
1961 | Peñarol (2) | Uruguay |
1962 | Santos | Brasile |
1963 | Santos (2) | Brasile |
1964 | Independiente | Argentina |
1965 | Independiente (2) | Argentina |
1966 | Peñarol (3) | Uruguay |
1967 | Racing Club | Argentina |
1968 | Estudiantes (LP) | Argentina |
1969 | Estudiantes (LP) (2) | Argentina |
1970 | Estudiantes (LP) (3) | Argentina |
1971 | Nacional | Uruguay |
1972 | Independiente (3) | Argentina |
1973 | Independiente (4) | Argentina |
1974 | Independiente (5) | Argentina |
1975 | Independiente (6) | Argentina |
1976 | Cruzeiro | Brasile |
1977 | Boca Juniors | Argentina |
1978 | Boca Juniors (2) | Argentina |
1979 | Olimpia | Paraguay |
1980 | Nacional (2) | Uruguay |
1981 | Flamengo | Brasile |
1982 | Peñarol (4) | Uruguay |
1983 | Grêmio | Brasile |
1984 | Independiente (7) | Argentina |
1985 | Argentinos Juniors | Argentina |
1986 | River Plate | Argentina |
1987 | Peñarol (5) | Uruguay |
1988 | Nacional (3) | Uruguay |
1989 | Atlético Nacional | Colombia |
1990 | Olimpia (2) | Paraguay |
1991 | Colo-Colo | Cile |
1992 | San Paolo | Brasile |
1993 | San Paolo (2) | Brasile |
1994 | Vélez Sarsfield | Argentina |
1995 | Grêmio (2) | Brasile |
1996 | River Plate (2) | Argentina |
1997 | Cruzeiro (2) | Brasile |
1998 | Vasco da Gama | Brasile |
1999 | Palmeiras | Brasile |
2000 | Boca Juniors (3) | Argentina |
2001 | Boca Juniors (4) | Argentina |
2002 | Olimpia (3) | Paraguay |
2003 | Boca Juniors (5) | Argentina |
2004 | Once Caldas | Colombia |
2005 | San Paolo (3) | Brasile |
2006 | Internacional | Brasile |
2007 | Boca Juniors (6) | Argentina |
2008 | LDU Quito | Ecuador |
2009 | Estudiantes (LP) (4) | Argentina |
2010 | Internacional (2) | Brasile |
2011 | Santos (3) | Brasile |
2012 | Corinthians | Brasile |
2013 | Atlético Mineiro | Brasile |
2014 | San Lorenzo | Argentina |
2015 | River Plate (3) | Argentina |
2016 | Atlético Nacional (2) | Colombia |
2017 | Grêmio (3) | Brasile |
2018 | River Plate (4) | Argentina |
2019 | Flamengo (2) | Brasile |
2020 | Palmeiras (2) | Brasile |
2021 | Palmeiras (3) | Brasile |