L’Olanda di Van Basten, Rijkaard e Gullit sbaraglia tutti e si aggiudica il suo primo grande alloro. L’Italia di Vicini, costruita sull’Under 21, guadagna un buon terzo posto con qualche rimpianto per la mancata finale. Per molti è un buon viatico, ma quella squadra passerà alla storia come la grande incompiuta
PROLOGO
La rassegna continentale del 1988, che si gioca nella Germania Ovest (ancora per un anno), è passata alla storia come l’unica grande vittoria dell’Olanda, fino ad ora. Infatti, Gullit, Van Basten e gli altri fuoriclasse arancioni riuscirono in qualcosa che sembrava impossibile, visto che una delle nazionali più forti di tutti i tempi, quella di Cruijff e del calcio totale, non era mai stata capace di vincere alcunché. I Mondiali messicani avevano lasciato in eredità la solita Germania, più un manipolo di squadre europee che avevano fatto vedere del bel calcio e, in alcuni frangenti, fatto anche sognare: Urss, Danimarca, Spagna e Belgio. La Francia di Platini, Campione d’Europa in carica, aveva fallito l’appuntamento più ambito pur mettendo in mostra il solito gioco spumeggiante. La regina, però, fu l’Argentina e il sue re Maradona; ma quella rassegna aveva detto qualcosa di importante sui valori del calcio europeo, qualcosa che però doveva essere decifrato appieno.
L’Europeo prende ufficialmente il via il 10 settembre 1986 con le prime partite dei gironi di qualificazione: sette come per l’edizione precedente, si qualificano solamente le prime classificate, l’ottava principessa è la Germania Ovest designata quale nazione ospitante.
UNDER D’ASSALTO
L’Italia, dopo il fallimento di Mexico ’86 è stata affidata ad Azeglio Vicini, che dopo aver creato e condotto l’Under 21 azzurra più bella di sempre viene chiamato al capezzale di una Nazionale da ricostruire. Quella di Vicini sarà forse la rivoluzione più drastica vista sino ad oggi, rivoluzione che poggia le sue fondamenta proprio sull’Under vice Campione d’Europa. Squadra nella quale militavano insieme Zenga, Maldini, Francini, De Napoli, Donadoni, Giannini, Mancini e Vialli: il meglio del meglio del nostro campionato in versione giovanile. Un gruppo di grande talento e affiatamento cementato da altri grandi giocatori quali Ancelotti, Ferrara, Bergomi, De Agostini, Ferri, Altobelli e Franco Baresi. Quest’Italia si gioca le sue carte nel gruppo 2, contro Svezia, Portogallo, Svizzera e Malta; non male anche se le prime due squadre sono sempre delle brutte gatte da pelare, scandinavi in modo particolare.
L’esordio è a Milano il 15 novembre (1986) contro la Svizzera: mattatore della partita è Spillo Altobelli che con una doppietta mette al sicuro un risultato sempre in bilico con gli svizzeri che vanno in gol con due tiri da fuori (e Zenga resta a guardare). Finisce 3-2 per gli Azzurri ma si capisce subito che per l’Italia, come sempre d’altronde, le qualificazioni non saranno una passeggiata.
Saltato a pie pari l’ostacolo Malta, la vittoria in Portogallo (1-0 con gol del solito Altobelli) ci lancia a punteggio pieno in testa al girone. A questo punto l’ostacolo più duro, come da pronostico sarà la Svezia; il 3 giugno 1987 l’Italia affronta gli scandinavi a Stoccolma e perde per 1-0. La rivincita è in programma a Napoli il 14 novembre e questa volta è Gianluca Vialli ad illuminare a festa il San Paolo con due reti di eccezionale fattura: il secondo è una stilettata che si infila sotto la traversa da posizione quasi impossibile, stilettata che ferisce a morte le speranze svedesi di contenderci la qualificazione agli Europei. La partita di Napoli era decisiva anche per il pareggio a reti inviolate che gli Azzurri avevano raccolto a Berna un mese prima. L’ultima con il Portogallo è una trionfale cavalcata che ci porta in Germania con nuove ambizioni. Delle sedici reti azzurre ben 6 sono state segnate da Alessandro Altobelli e 4 dalla stella doriana Gianluca Vialli.
Nonostante questo, però, le titubanze sulla squadra italiana riguardano proprio la linea offensiva. Difesa e centrocampo sono troppo forti per essere criticati, gli errori di due reparti che sprigionano al contempo classe e forza atletica si contano sulla punta delle dita. L’Italia piace per gli uomini schierati e per il gioco che esprimono, ma si ha l’impressione che non riesca a chiudere le partite e fare un sol boccone dell’avversario di turno. Le vittorie arrivano, e arriveranno, per sfinimento della difesa altrui e qualcuno sussurra che, con un Altobelli al suo ultimo appuntamento azzurro, l’Italia manca di una vera punta centrale. Così, con un velato dualismo Donadoni-Mancini e un punto interrogativo sulla capacità realizzativa del funambolico Vialli, la truppa di Vicini si appresta ad affrontare l’Europeo tedesco.
FRANCIA ADDIO
Insieme all’Italia e alla Germania Ovest (Paese ospitante) le altre sei principesse che escono fuori dal cilindro dei gironi di qualificazione sono: Spagna, Urss, Inghilterra, Olanda, Danimarca ed Eire. Due le bocciature eccellenti: Francia e Belgio. I Campioni d’Europa in carica hanno sofferto troppo l’assenza di Michel Platini che si è ritirato dalla Juventus e dalla Nazionale, oltre al mancato ricambio generazionale che non permette di sostituire su due piedi giocatori del calibro di Tigana, Giresse e Lacombe: il centrocampo stellare di 4 anni prima. Per il Belgio (gruppo 7) la dimostrazione che il quarto posto ai Mondiali ’86 era stato solamente un exploit e niente più; nel girone vinto dall’Eire si vedrà superato anche da una Bulgaria in crescita. Desta un po’ di attenzione anche l’eliminazione della Scozia.
Di tutt’altro peso la debacle della Francia (gruppo 3), anche perché nello stesso girone c’era proprio l’Urss di Lobanovski, inarrestabile. I “Galletti” vengono surclassati a Parigi da Belanov e compagni, così come dalla Germania Est nell’ultima e inutile gara delle qualificazioni. La “linea Maginot” è di nuovo crollata sotto i colpi di squadre più in forma e che, come nel caso dell’Urss, giocano un calcio difficile da interpretare per gli avversari e a tratti esaltante.
Altra bocciatura eccellente (gruppo 4) è quella della Jugoslavia, che però deve lasciare il passo all’Inghilterra che dopo il buon Mondiale disputato e con un Lineker in squadra ad alcuni appare competitiva anche per la rassegna continentale. Niente di più sbagliato. Detto delle ambizioni italiane e delle aspettative britanniche, sono Urss, Olanda, Spagna e Germania Ovest ad attirare maggiormente l’attenzione. I padroni di casa, dopo il secondo posto iridato, si portano giocoforza sulle spalle il ruolo di favoriti: è la solita squadra, tosta, combattiva, con un Matthäus nel motore e un Beckenbauer in panchina.
L’Urss è una grande incognita, squadra capace di tutto, anche di perdere 4-1 in amichevole contro l’Italia a poche settimane dall’Europeo. L’Olanda è forte del duo rossonero Gullit – Van Basten e di tante altre ottime individualità, che però creano qualche problema di spogliatoio al Ct Michels; mentre la Spagna può mettere sul piatto della bilancia sia giocatori del calibro di Butragueno, Sanchis, Julio Salinas, Camacho, Gordillo, Gallego, Martin Vasquez, Michel e Bakero (il blocco del Real Madrid più alcuni del Barcellona), che un bel gioco, anche se non sempre efficace sotto porta.
TIRI MANCINI
Il sorteggio regala al pubblico due gironi equilibrati, se vogliamo da brividi freddi il secondo con Urss, Olanda, Inghilterra ed Eire: proprio gli irlandesi giocano il ruolo di mina vagante e possibile outsider della rassegna. All’Italia è toccata la Germania Ovest, padrona di casa, la Spagna e la Danimarca. L’esordio è a Dusseldorf proprio contro i tedeschi, gara dura ma di grande richiamo. Vicini schiera la sua squadra: Zenga, Bergomi, Maldini, De Napoli, Ferri, Baresi, Donadoni, Ancelotti, Vialli, Giannini e Mancini. La coppia d’attacco è formata dai due gemelli sampdoriani, anche se in molti criticano la scelta di Mancini come seconda punta: è solo l’inizio di un rapporto tribolato che non vedrà mai il numero 10 sampdoriano spiccare il volo in maglia azzurra. I tedeschi ci temono e fanno bene, dopo un primo tempo equilibrato arriva la perla proprio di Mancini che gira di prima in rete un suggerimento di Donadoni. La gioia è irrefrenabile quanto la rabbia per le critiche ricevute, così Mancini si dirige sotto la tribuna stampa per urlare qualcosa all’indirizzo dei giornalisti italiani, prima di essere sommerso dall’abbraccio-salvataggio dei compagni che lo allontanano.
Dopo soli cinque minuti il patatrac. Zenga tiene troppo la palla e il fiscale e casalingo arbitro Hackett, della federazione inglese, decreta una punizione a due in area. Brehme non sbaglia e fissa il risultato sull’1-1. In questa partita ci sono, forse, tutti i pregi e i difetti che hanno caratterizzato quella Nazionale, disattenzioni comprese. Ci siamo complicati un po’ la vita perché la Spagna ha battuto per 3-2 la Danimarca e sarà la nostra prossima avversaria: siamo costretti a vincere per qualificarci alle semifinali. Ancelotti sfodera una partita delle sue dominando in mezzo al campo e proprio dal suo piede parte un lancio filtrante, velo di Altobelli (subentrato a Mancini, che verrà sostituito da Spillo anche contro Danimarca e Urss) per Vialli che insacca alla sua maniera, con un forte e preciso diagonale di sinistro. È una bella Italia che però pur dominando a tratti e segnando è costretta a subire il ritorno della Spagna perché non riesce a chiudere la partita. Contro la Danimarca (che dopo l’ottimo Mondiale esce umiliata dall’Europeo, con zero punti) stessi problemi per andare in gol, anche se poi nel secondo tempo ci pensano i panchinari Altobelli e De Agostini a chiudere il conto.
CHI HA PAURA DELL’URSS
L’Italia si qualifica seconda dietro alla Germania Ovest per il gol in meno segnato alla Spagna e in semifinale incontrerà l’Urss di Lobanovski, prima del secondo girone. Nel quale è successo di tutto, anche se alla fine certi pronostici sono stati rispettati. La grande bocciata dell’Europeo è infatti l’Inghilterra che, come la Danimarca, chiuderà a zero punti. L’esordio contro l’Eire è profetico. Ray Houghton (centrocampista del Liverpool) segna dopo soli 6 minuti portando in vantaggio gli irlandesi che resisteranno poi al ritorno dell’Inghilterra grazie alle parate di Pat Bonner. Incredibile ma vero.
Nell’altra gara l’Urss batte l’Olanda con lo stesso punteggio, seminando però il germe che sboccerà in finale. La squadra di Michels gioca un bel calcio, ma non concretizza, anche perché l’incauto Ct olandese ha lasciato Van Basten in panchina. Così l’Urss, abbandonato il “calcio del 2000” nello spogliatoio, adotta un ottimo catenaccio con tanto di libero e beffa l’Olanda in contropiede. Scoppia la polemica: Van Basten vuole andarsene. Il suo atto di forza, anche con l’intervento della dirigenza rossonera, rientra ma darà i suoi frutti: Michels non lo lascerà più in panchina e Marco gli porgerà la coppa su un piatto d’argento.
Contro l’Inghilterra Van Basten porta in vantaggio gli arancioni, ma i bianchi resistono e sarà Robson a riportare le sorti dei suoi in equilibrio. Appena il tempo di gioire, prima che il ciclone Marco si abbatta sull’esile difesa britannica, grande punto debole della Nazionale guidata dall’altro Robson: finisce 3-1, con tripletta di Van Basten. Con grande sorpresa l’Eire ferma l’Urss sull’1-1 confermandosi squadra da prendere con le molle. Il finale è al cardiopalma con l’Urss che passeggia sui resti di una vergognosa Inghilterra, mentre l’Olanda deve assolutamente vincere se vuole qualificarsi. L’Eire è avversario tosto e resiste per ben 82 minuti all’assalto arancione, coronato da un incredibile gol dell’ex pisano Kieft (già rientrato al PSV Eindhoven). Gli irlandesi recriminano per un fuorigioco passivo di Van Basten, ma l’arbitro austriaco Brummeier lascia correre e l’Olanda è l’ultima delle quattro squadre qualificate per le semifinali: Urss-Italia e Germania Ovest-Olanda, appunto. Tra le quattro bocciate, l’unica che può tornare a casa a testa alta è proprio l’Eire che si è rivelata la sorpresa di questo Europeo, sulle cui basi costruirà l’ottavo posto ai Mondiali ’90. Nessun giocatore di “respiro” internazionale, ma un buon gruppo guidato da un guascone come Jack Charlton. Per Spagna, Inghilterra e Danimarca si tratta invece di ripartire da zero.
Le loro debacle sono speculari alla cattiva vena di tre uomini chiave come Butragueño, Lineker ed Elkjaer. Il primo ha affrontato la rassegna continentale nel preciso momento in cui la sua parabola, piano piano, iniziava la fase discendente; già con il Real Madrid aveva accusato cali improvvisi, ma nessuno pensava che sarebbe arrivato all’Europeo così… assente. Lineker, dopo aver vinto la classifica marcatori di Mexico ’86, non ha segnato neppure un gol, ma il bomber del Barcellona ha, soprattutto, pagato cara l’incapacità della squadra di assecondarlo. Stanco di tante battaglie e di tanti infortuni, Elkjaer è stato il simbolo di una Danimarca che non si era fatta trovare pronta la ricambio generazionale, quello che invece riuscirà a meraviglia nell’edizione del 1992.
PECCATI DI GIOVENTU’
L’Italia affronta la semifinale con una discreta fiducia. Tutto l’ambiente azzurro è euforico per il risultato raggiunto, soprattutto ripensando ai disastri post Mundial ’82. La Nazionale piace ai tifosi e alla critica calciofila, si parla già di squadra simpatia e proprio in questi fattori erano insiti gli elementi della vittoria… morale e della sconfitta sul campo che, puntualmente, arriva contro l’Urss. Forse, sulle coscienze azzurre pesava la netta vittoria dell’ amichevole di Bari, dove l’Italia si era imposta per 4-1, anche se in molti avevano messo in guardia Vicini come quella squadra fosse stata imbalsamata dalla grande mole di lavoro svolto in palestra.
Stoccarda risulterà (dopo il 2-1 subito dalla Polonia ai Mondiali del 1974) ancora una volta fatale per gli Azzurri che perdono 2-0, prima di aver lasciato il campo al gioco avvolgente di un Urss che contro di noi appare irresistibile. La superiorità dei sovietici è innegabile, anche se l’Italia aveva avuto la possibilità di andare in gol per prima. Le reti di Litovchenko e Protasov alla fine risultano solamente i colpi del Ko dopo un incontro vissuto dalla squadra di Vicini sempre alle corde. È un risultato giusto, anche se lascia molto amaro in bocca e rimpianti vari.
Probabilmente quella Nazionale non poteva fare più di così, non ci sono da registrare errori di formazione o chissà cos’altro e poi quel gruppo alla prima importante rassegna internazionale aveva raggiunto il miglior risultato (terzo posto) dopo i vittoriosi Europei del ’68. Nonostante tutto, però, il ritorno è pieno di polemiche: per quei gol che non arrivano e per la coppia d’attacco Vialli-Mancini, considerata inadeguata. La Nazionale di Vicini andrà avanti per la sua strada giocando un bel calcio, senza vincere mai niente e trovando un unico vero bomber nello Schillaci delle notti magiche.
LA RIVINCITA DI MONACO 74
L’altra semifinale è più equilibrata, anche se la Germania Ovest, padrona di casa, parte con i favori del pronostico. L’incontro sembra la riedizione della finale del 1974: allora c’era Michels sulla panchina dell’Olanda e Beckenbauer a guidare i suoi verso il secondo alloro iridato. Nel 1988 erano entrambi i panchina. L’Olanda è la squadra di Van Basten e Rijkaard, uno dei migliori calciatori della manifestazione pur giocando tutte le partite da stopper, che per lui era un ruolo di ripiego.Un po’ in ombra il tanto atteso Gullit.
La Germania Ovest sente alta la tensione: ha solo da perdere e poco da guadagnare, questi olandesi fanno paura e i tedeschi sono un gruppo logoro, sia nei muscoli di alcuni protagonisti che nei rapporti interpersonali. Così Beckenbauer chiede a Littbarski di farsi da parte e dichiarare di non star bene per fare pretattica e mandare in campo Mill, la terza punta insieme a Völler e Klinsmann. Mossa che non si rivelerà vincente e dopo la sconfitta Littbarski rivelerà: «Negli spogliatoi Beckenbauer mi ha costretto a dire che mi ero sentito male. E a me queste cose non vanno perché toccano direttamente la mia dignità professionale».
Alla fine prevarrà la maggiore classe dell’undici olandese e del suo mentore: Marco Van Basten, ancora un suo gol farà volare l’Olanda verso la finalissima. Prima però del suo capolavoro, un diagonale in scivolata che “uccella” Immel, sono due rigori a movimentare la partita, entrambi concessi (soprattutto quello olandese) con troppa fretta dall’arbitro romeno Igna. Matthäus e Ronald Koeman non sbagliano, ma le loro realizzazioni sono solo l’aperitivo, la cena la serve l’airone rossonero per l’apoteosi dei tifosi venuti dalla vicina Olanda che vedono sconfitta la rivale storica, di calcio e non solo.
LA FINALE: IL VOLO DELL’AIRONE
Il 25 giugno all’Olympiastadion di Monaco Urss e Olanda si contendono il titolo Europeo. La squadra di “mastro” Lobanovski è leggermente favorita, soprattutto per quello che ha fatto vedere contro l’Italia. Ma l’Olanda, adesso, è conscia dei propri mezzi e ha un Van Basten capace di tutto, come infatti dimostrerà: alla fine sarà capocannoniere della manifestazione con 5 reti. Entrambe le squadre giocano un calcio simile, ma non uguale: la zona olandese è meno contaminata di quella sovietica, più sorniona nell’atteggiamento. Chi si aspetta una gara con i fuochi artificiali resta deluso, il calcio del 2000 non si vede perché coperto dalla tattica e la paura fa il resto.
Ecco quindi venir fuori gli assi olandesi. Al 34′ Gullit vola in cielo e riprende di testa un precedente colpo di Van Basten: la palla si insacca sotto la traversa senza che Dasaev possa fare nulla. In pratica la partita finisce qui per quanto riguarda il risultato, ma non lo spettacolo che deve ancora arrivare. I sovietici hanno speso molto contro l’Italia e sono irriconoscibili sul piano atletico anche se non rinunciano ad attaccare. Ma gli orologi della storia si fermano al 54′ quando Van Basten, sulla linea di fondo, raccoglie al volo un cross di Muhren e inventa il gol del secolo: un arcobaleno veloce come la la saetta che termina nella rete dell’Urss senza che nessuno se ne accorga…
È la consacrazione di Marco Van Basten e della sua classe, che il destino baro ha tolto troppo presto alla gioia dei nostri occhi, di un’Olanda spumeggiante e di una generazione di giocatori che farà grande il Milan degli Anni 90. Il montante colpito quattro minuti dopo e il rigore sbagliato di Belanov sono episodi che vanno ad arricchire il tabellino di quella gara senza aggiungervi niente, poiché anche questa volta il risultato è più che giusto e l’Olanda vince meritatamente un Europeo che non ha dominato, ma che con il passare delle partite ha creduto di poter vincere. Quando ci ha creduto poco ci ha pensato Van Basten, che si è caricato la squadra sulle sue ali da airone per portarla nel cielo della gloria.
GRUPPO 1 |
---|
Dusseldorf, 10 giugno 1988 Germania Ovest-Italia 1-1 Reti: 0:1 Mancini (53.), 1:1 Brehme (56.) Arbitro: Hackett (Inghilterra) Germania Ovest: Immel, Berthold, Brehme (U. Borowka, 76′), Buchwald, Kohler, Herget, Littbarski, Matthäus, Völler (D. Eckstein, 81′), Thon, Klinsmann Italia: Zenga, Bergomi, Baresi, Ferri, Maldini, Donadoni, de Napoli (87. De Agostini), Giannini, Ancelotti, Mancini, Vialli (89. Altobelli) |
Hannover, 11 giugno 1988 Danimarca-Spagna 2-3 Reti: 0:1 Michel (6.), 1:1 Laudrup (26.), 1:2 Butragueño (53.), 1:3 Gordillo (67.), 2:3 Povlsen (84.) Arbitro: Thomas (Olanda) Danimarca: asmussen, Busk,M. Olsen (66. L. Olsen), Nielsen, Sivebaek, Helt (46. Jensen), Lerby, Heintze, Laudrup, Povlsen, Elkjaer Spagna: Zubizarreta, Tomás, Andrinua, Sanchis, Antonio, Camacho (46. Soler), Victor, Michel, Gallego, Gordillo (84. Vazquez), Butragueño, Bakero |
Gelsenkirchen, 14 giugno 1988 Germania Ovest-Danimarca 2-0 Reti: 1:0 Klinsmann (10.), 2:0 Thon (87.) Arbitro: Valentine (Scozia) Germania Ovest: Immel, Buchwald (33. Borowka), Herget, Kohler, Brehme, Rolff, Littbarski, Matthäus, Thon, Völler (75. Mill), Klinsmann Danimarca: Schmeichel, L. Olsen, M. Olsen, Nielsen, Sivebaek, Vilfort (73. Berggreen), Lerby, Heintze, Laudrup (63. Eriksen), Povlsen, Elkjaer |
Francoforte, 14 giugno 1988 Italia-Spagna 1-0 Reti: 1:0 Vialli (73.) Arbitro: Frederiksson (Svezia) Italia: Zenga, Bergomi, Baresi, Ferri, Maldini, Donadoni, de Napoli, Ancelotti, Giannini, Mancini (Altobelli 69.), Vialli (89. De Agostini) Spagna: Zubizarreta, Tomas, Andrinua, Sanchis, Soler, Victor, Michel (73. Beguiristain), Gallego (67. Vazquez), Gordillo, Butragueño, Bakero |
Monaco, 17 giugno 1988 Germania Ovest-Spagna 2-0 Reti: 1:0 Völler (30.), 2:0 Völler (50.) Arbitro: Vautrot (Francia) Germania Ovest: Immel, Borowka, Herget, Kohler, Brehme, Matthäus, Littbarski (63. Wuttke), Rolff, Thon, Klinsmann (85. Mill), Völler Spagna: Zubizarreta, Tomas, Andrinua, Sanchis, Camacho, Victor, Michel, Vazquez, Gordillo, Butragueño (51. Salinas), Bakero |
Colonia, 17 giugno 1988 Italia-Danimarca 2-0 Reti: 1:0 Altobelli (66.), 2:0 de Agostini (87.) Arbitro: Galler (Svizzera) Italia: Zenga, Bergomi, Baresi, Ferri, Maldini, Donadoni (85. de Agostini), Ancelotti, de Napoli, Giannini, Mancini (66. Altobelli), Vialli Danimarca: Schmeichel, L. Olsen, M. Olsen (67. Berggreen), Nielsen, Kristensen, Friman (58. Vilfort), Jensen, Heintze, Laudrup, Povlsen, Eriksen |
CLASSIFICA: Germania Ovest 5 punti, Italia 5 punti, Spagna 2 punti, Danimarca 0 punti QUALIFICATE: Germania Ovest e Italia |
GRUPPO 2 |
---|
Stoccarda, 12 giugno 1988 Inghilterra-Eire 0-1 Reti: 0:1 Houghton (6) Arbitro: Kirschen (Germania Est) Inghilterra: Shilton, Stevens, Wright, Adams, Sansom, Waddle, Webb (61 Hoddle), Robson, Barnes, Beardsley (81 Hateley), Lineker Eire: Bonner, Morris, McCarthy, Moran, Hughton, McGrath, Whelan, Houghton, Galvin (77 Sheedy), Aldridge, Stapelton (64 Quinn) |
Colonia, 12 giugno 1988 Olanda-URSS 0-1 Reti: 0:1 Rats (52) Arbitro: Pauly (Germania Ovest) Olanda: Van Breukelen, Van Aerle, R. Koeman, Rijkaard, Van Tiggelen, Vanenburg (59 Van Basten), Wouters, Mühren, Van’t Ship, Gullit, Bosman URSS: Dasaev, Bessonov, Khidiyatullin, Kusnetzov, Demianenko, Litovtchenko, Zavarov (90 Sulakvelidze), Mikhailichenko, Rats, Belanov (80 Aleinikov), Protassov |
Dusseldorf, 15 giugno 1988 Olanda-Inghilterra 3-1 Reti: 0:1 Van Basten (44), 1:1 Robson (53), 1:2 Can Basten (71), 1:3 van Basten (75) Arbitro: Casarin (Italia) Olanda: Van Breukelen, Van Aerle, R. Koeman, Rijkaard, Van Tiggelen, Vananburg (62 Kieft), Wouters, Mühren, Gullit, E. Koeman, Van Basten (87 Suvrijn) Inghilterra: Shilton, Stevens, Wright, Adams, Sansom, Stevens (69 Waddle), Hoddle, Robson, Barnes, Beardsley (74 Hateley), Lineker |
Hannover, 15 giugno 1988 Eire-URSS 1-1 Reti: 1:0 Whelan (38), 1:1 Protassov (74) Arbitro: Aladren (Spagna) Eire: Bonner, Morris, McCarthy, Moran, Hughton, Whelan, Houghton, Sheedy, Galvin, Stapleton (81 Cascarino), Aldridge URSS: Dasaev (68 Tchanov), Khidiyatulline, Kuznetsov, Demianenko, Rats, Aleinikov, Zavarov, Protassov, Belanov, Mikhailichenko, Sulakvelidze (46 Gotsmanov) |
Francoforte, 18 giugno 1988 URSS-Inghilterra 3-1 Reti: 0:1 Aleinikov (3), 1:1 Adams (16), 1:2 Mikhailichenko (28), 1:3 Pasulko (73) Arbitro: Dos Santos (Portogallo) URSS: Dasaev, Bezsonov, Khidiyatulline, Kuznetsov, Rats, Aleinikov, Litovtchenko, Zavarov, Protassov, Belanov, Mikhailichenko Inghilterra: Woods, Stevens, Watson, Adams, Sansom, Steven, McMahon (53 Webb), Robson, Hoddle, Lineker (64 Hateley), Barnes |
Gelsenkirchen, 18 giugno 1988 Olanda-Eire 1-0 Reti: 0:1 Kieft (82) Arbitro: Brummeier (Austria) Olanda: Van Breukelen, Van Aerle, R. Koeman, Rijkaard, Van Tiggelen, Wouters, Gullit, Mühren (79 Bosman), E. Koeman (50 Kieft), Vanenburg, Van Basten Eire: Bonner, Morris (46 Sheedy), McCarthy, Moran, Hughton, Whelan, McGrath, Houghton, Galvin, Aldridge, Stapleton (84 Cascarino) |
CLASSIFICA: URSS 5 punti, Olanda 4 punti, Eire 3 punti, Inghilterra 0 punti QUALIFICATE: URSS e Olanda |
SEMIFINALI |
---|
Amburgo, 21 giugno 1988 Olanda-Germania Ovest 2-1 Reti: 1:0 Matthäus (55 rig.), 1:1 Koeman (74 rig.), 1:2 Van Basten (89) Arbitro: Igna (Romania) Olanda: Van Breukelen, Van Aerle, R. Koeman, Rijkaard, Van Tiggelen, Vanenburg, Wouters, Koeman (90 Suvrijn), Muhren (59 Kieft), Gullit, Van Basten Germania Ovest: Immel, Herget (45 Pflüger), Brehme, Kohler, Borowka, Matthäus, Thon, Rolff, Mill (85 Littbarski), Klinsmann, Völler |
Stoccarda, 22 giugno 1984 URSS-Italia 2-0 Reti: 1:0 Litovchenko (60), 2:0 Protasov (63) Arbitro: Ponnet (Belgio) URSS: Dasaev, Bezsonov (36 Demianenko), Khidiyatulline, Kuznetsov, Rats, Aleinikov, Litovtchenko, Zavarov, Protassov, Mikhailichenko, Gotsmanov Italia: Zenga, Bergomi, Baresi, Ferri, Maldini (63 De Agostini), Donadoni, De Napoli, Ancelotti, Giannini, Mancini (46 Altobelli), Vialli |
FINALE |
---|
Monaco, 25 giugno 1988 Olanda-URSS 2-0 Reti: 1:0 Gullit (33), 2:0 van Basten (54) Arbitro: Vautrot (Francia) Olanda: Van Breukelen, Van Aerle, Rijkaard, R.Koeman, Van Tiggelen, Vanenburg, Wouters, A.Mühren, E.Koeman, Gullit, Van Basten URSS: Dasaev, Khidiatulin, Demianenko, Litovchenko, Aleinikov, Zavarov, Gotsmanov (69′ Baltacha), Mikhailichenko, Rats, Protasov (72′ Pasulko), Belanov |