La finale scudetto del 1910: i ragazzini della Pro Vercelli contro l’Inter

Nel 1910 per decretare il vincitore dello scudetto fu necessario lo spareggio tra Pro Vercelli ed Internazionale: la squadra piemontese, in polemica con la Federazione, per protesta mandò in campo una selezione formata da ragazzini tra gli 11 ed i 14 anni

Il primo campionato di calcio a girone unico fu quello giocato tra il 1909 e il 1910 ed è ricordato per l’epilogo finale, lo spareggio tra Pro Vercelli e Internazionale. A quel primo torneo a girone unico (fino alla stagione precedente esistevano le eliminatorie regionali), formula adottata dalla Federcalcio sul modello dell’allora First Division inglese, parteciparono nove squadre: due genovesi (Andrea Doria e Genoa), quattro milanesi (Milan, Internazionale, Us Milanese e Ausonia) e tre piemontesi (Pro Vercelli, Juventus e Torino).

Il campionato iniziò il 7 novembre 1909. Fin dalle prime giornate del torneo la Pro Vercelli, già campione d’Italia nel 1908 (al primo anno in “massima serie”) e nel 1909, apparve come la squadra di gran lunga favorita per il titolo. Al termine delle 16 gare del campionato, la Pro Vercelli e l’Internazionale di Milano conclusero al primo posto, entrambe con 25 punti in classifica. Con il regolamento di allora si rese così necessario lo spareggio per l’assegnazione del titolo.

Luigi Bozino (1955-1939), factotum della Pro Vercelli

In un primo tempo, l’incontro-scudetto fu programmato per il 17 aprile 1910 ma la Pro Vercelli chiese di posticipare la partita perché in quella data era impegnata in un torneo studentesco. Al che la Federcalcio decise lo spostamento ad una settimana dopo, al 24 aprile. I piemontesi, che in quel momento contavano diversi infortuni in squadra, chiesero un ulteriore rinvio dello spareggio perché, essendo molti giocatori piemontesi dei militari, erano impegnati quel giorno in un torneo militare, la Coppa della Regina. Ma il secondo rinvio chiesto dai vercellesi non fu concesso dalla Federcalcio, complice anche l’intervento dell’Inter, che rifiutò un ulteriore posticipo, considerato solo un pretesto per far recuperare gli infortunati alla Pro Vercelli.

Lo spareggio scudetto si giocò così il 24 aprile 1910, a Vercelli, in virtù della migliore differenza reti fatta registrare dai piemontesi durante l’arco del campionato. La Pro Vercelli, vincitrice dei due campionati precedenti, era una squadra senza allenatore, trascinata dal capitano della squadra, la mezzala Carlo Rampini e dal carismatico presidente Luigi Bozino. E proprio il presidente Bozino, a cui non andò giù il rifiuto della Figc di posticipare al 1 maggio l’incontro, decise che quello spareggio scudetto contro l’Inter non doveva essere un incontro credibile.

Per protesta contro il mancato rinvio della partita, la Pro Vercelli, su ordine del proprio presidente, non scese in campo con la prima squadra, bensì con una compagine giovanile; erano ragazzini tra gli undici e i quattordici anni quelli che il 24 aprile 1910 affrontarono l’Internazionale allenata da Virgilio Fossati.

L’Internazionale di Milano 1909-10

A Vercelli andò in scena una partita surreale: il “capitano” dei piemontesi Sandro Rampini, 11 anni, strinse la mano al capitano nerazzurro Fossati e gli consegnò una lavagnetta e un gesso : “così non perdete il conto dei gol che ci fate”; altri ragazzini vercellesi andarono dai giocatori nerazzurri offrendo dei cioccolatini…

Una partita “impari”, così come fortemente voluto dal presidente della Pro Vercelli Bozino; una partita inevitabilmente caratterizzata dalla “prepotenza infantile” di quegli undici ragazzini. Sulla cronaca dello spareggio si leggerà: “quella che avrebbe dovuto essere l’apoteosi del tanto combattuto campionato del 1910 fu mutata in uno spettacolo da burattini; sul terreno undici marmocchi alti un soldo di cacio davano sfogo a tutta la malvagità propria dell’infanzia abbandonata ai suoi istinti…” e ancora: “sul campo ne avveniva di ogni colore. Quei minuscoli prepotenti toccavano la palla con le mani e spingevano gli avversari”.

Sul campo finì 10-3 per l’Internazionale, con i ragazzini vercellesi che per ripicca si segnarono anche alcune autoreti. Reti, tre, che anche i giocatori nerazzurri fecero segnare alla compagine giovanile della Pro Vercelli. Questa fu la partita del primo scudetto interista, che si concluse tra le veementi proteste del pubblico vercellese, il quale per decenni continuò a vedere di cattivo occhio i nerazzurri.

La Pro Vercelli ebbe comunque il tempo di rifarsi; nelle stagioni immediatamente successive a quest’episodio fu per tre volte consecutive Campione d’Italia, e di nuovo nel 1921 e nel 1922.

IL TABELLINO DELLO SPAREGGIO
(fra parentesi l’età dei giocatori, quando conosciuta)
Vercelli, 24 aprile 1910 – ore 15,30
Internazionale-Pro Vercelli 10-3 (6-0)
Sequenza nota delle reti: pt 8’ Payer I (I), 15’ ? (I), 24’ ? (I), quindi 3 autoreti della Pro; st Tacchini (V), ? (I), ? (I), ? (I), Zorzoli (V), Rampini II (V), ? (I).
Internazionale: Campelli (17); Fronte (17), Zoller (22); Stäbler, Fossati (21), Jenni; Payer I (20), Aebi (18), Peterly I (20), Capra I (23), Schüler.
Pro Vercelli: Leone; Tacchini (17), Reis; Varalda, Caligaris, Degara (14); C.Bianco (15), M.Bossola III (15), Eula, Zorzoli (15), A.Rampini II (14).
Arbitro: U. Meazza.
Giudici di linea: Pedroni (Milan), Scarioni (Ausonia).