Spagna Top Players

La Spagna è una delle nazioni più forti e vincenti del calcio mondiale. Con due titoli europei e un mondiale al suo attivo, la Roja ha saputo esprimere un gioco spettacolare e coinvolgente, grazie anche alla presenza di alcuni dei migliori calciatori di tutti i tempi. In questo post vogliamo rendere omaggio a 20 di questi campioni, che hanno lasciato il segno nella storia della nazionale spagnola e dei loro club.

La scelta non è stata facile, ma abbiamo cercato di tenere conto sia delle statistiche che dell’impatto che questi giocatori hanno avuto sul calcio spagnolo e internazionale. Ecco la nostra classifica dei migliori 20 calciatori spagnoli di sempre.


20: PIRRI

CENTROCAMPISTA-DIFENSORE (Ceuta, 11 marzo 1945)

Un trascinatore, nato con la fascia di capitano al braccio, uno Hierro prima maniera: pur giocando fra mediana e difesa ha segnato 16 gol in Nazionale (arrivando al record di 122 con il Real Madrid) ma ha giocato in uno dei momenti più grigi per le Furie Rosse: dal Mondiale 1966 al Mondiale 1978.


19: EMILIO BUTRAGUEÑO

ATTACCANTE (Madrid, 22 luglio 1963)

Ha dato il nome alla più importante generazione di talenti espressi negli Anni 80, non solo in Spagna: la “Quinta del Buitre”. Una generazione splendida e perdente: mai una Coppa Campioni con il Real Madrid, nessun titolo con la Spagna. In Nazionale ha segnato 26 gol, ciò gli permette di restare fra i dieci bomber di tutti i tempi.


18: SERGIO RAMOS

DIFENSORE (Camas, 30 marzo 1986)

Ha coperto la fascia destra della difesa della Spagna Campione d’Europa 2008 e 2012 e Campione del Mondo 2010 mettendo in mostra soprattutto un’esuberanza impressionante grazie a un fisico da difensore centrale. È stata la variabile tattica impazzita della Spagna campione perché attaccava come un’ala senza però avere i piedi di un’ala di ruolo.


17: AGUSTIN GAINZA

ATTACCANTE (Basauri, 28 maggio 1922 – Basauri, 7 gennaio 1995)

Rimpiazzò Gorostiza sulla fascia sinistra della prima linea di Athletic Bilbao e Spagna e capitanò le Furie Rosse in due Mondiali, 1950 e 1954, segnando in entrambe le occasioni. L’ala sinistra basca affiancò il mitico Zarra a Bilbao e in Nazionale, dove fra il 1945 e il 1955 ha realizzato 10 reti. Solo l’estro di Gento riuscirà a farlo dimenticare.


16: JESUS MARIA PEREDA

CENTROCAMPISTA/ATTACCANTE (Burgos, 23 giugno 1938 – Barcellona, 27 settembre 2011)

Con due reti è stato il bomber della Spagna nella fase finale del vittorioso Europeo 1964, oltre che il capocannoniere (in coabitazione) del torneo. Una mezzala che all’alba del 4-4-2 si adattava come seconda punta. Nella finale contro l’Urss campione uscente ha firmato il primo gol spagnolo e servito l’assist Per la rete decisiva.


15: FRANCISCO GENTO

ATTACCANTE (Guarnizo, 21 ottobre 1933 – Madrid, 18 gennaio 2022)

La sua storia con la Roja è il rovescio della medaglia della sua strepitosa storia internazionale con il Real Madrid (sei volte Campione d’Europa). Ha giocato sulla fascia sinistra della prima linea delle Furie Rosse dal 1955 al 1969, doveva essere il capitano della Spagna all’Europeo 1964 e invece saltò il torneo per infortunio.


14: AMARO AMANCIO

CENTROCAMPISTA (La Coruña, 16 ottobre 1939 – Madrid, 21 febbraio 2023)

L’ala destra della Spagna europea nel 1964, in seguito mezzala e capitano della Nazionale, in due anni era passata dalla serie cadetta al titolo nazionale con il Real Madrid e quindi alla storica vittoria dell’Europeo. La conquista del titolo continentale arrivò dopo la delusione della finale di Coppa Campioni persa contro l’Inter di Suarez.


13: FRANCESC FABREGAS

CENTROCAMPISTA (Arenys de Mar, 4 maggio 1987)

Per qualità e personalità è forse il più grande talento espresso dal calcio spagnolo, ma in Nazionale ha sempre faticato a trovare il suo spazio. Nell’Arsenal è diventato capitano giocando da regista in mezzo al campo, nella Spagna ha davanti Xavi e fin dalle giovanili è stato considerato un trequartista. Titolare nella finale di Euro 2008 per l’infortunio di Villa e nella finale 2012 contro l’Italia.


12: FERNANDO HIERRO

CENTROCAMPISTA/DIFENSORE (Vélez-Málaga, 23 marzo 1968)

Al contrario di molti colleghi ha avuto più dalla Nazionale che dal Real Madrid, dove venne cacciato a fischi. Con la Spagna ha giocato 4 Mondiali e pur avendo galleggiato tra mediana e centro della difesa non solo appare fra i più presenti ma ancora oggi (2022) i suoi 29 gol gli permettono di restare tra i 5 cannonieri di sempre della Roja.


11: CARLES PUYOL

DIFENSORE (La Pobla de Segur, 13 aprile 1978)

Dicevano che non aveva i centimetri per giocare al centro della difesa e invece il capitano del Barcellona come centrale ha vinto, da protagonista, quello che nessuno era mai riuscito a vincere in Spagna: Europei e Mondiale. In Sudafrica nel 2010 è stato addirittura determinante come uomo gol, decidendo di testa la gara con la Germania.


10: TELMO ZARRA

ATTACCANTE (Erandio, 20 gennaio 1921 – Bilbao, 23 febbraio 2006)

Il cognome per esteso è Zarraonaindía Montoya, per la storia semplicemente Zarra. Con 20 gol in venti partite giocate con la Spagna, fra il 1945 e il 1951, l’ex centravanti dell’Athletic Bilbao è di fatto il migliore realizzatore di sempre delle “Furie rosse”. Una media di un gol a partita. Segnando (1-0) contro l’Inghilterra al Mondiale del 1950, portò la Spagna sul gradino più alto mai raggiunto prima: il gironcino di semifinale del torneo iridato che si disputava in Brasile, risultato superato solo in Sudafrica, sessantanni più tardi. In Brasile realizzò 3 gol. Un centravanti opportunista e coraggioso, autore di 334 reti in carriera.


9: RAUL

ATTACCANTE (Madrid, 27 giugno 1977)

La statistica dice che non c’è stato nessuno come lui: mentre i connazionali vincevano europeo e mondiale, lui continuava a guardarli dall’alto delle sue 102 presenze e dei suoi 44 gol (record superato poi da Villa). Fatale e definitiva la sua esclusione dai convocati per l’Europeo del 2008 fa sancita da Aragonés. Non gli era bastato segnare in tre Mondiali diversi (1998, 2002 e 2006) e dieci anni di Nazionale (1996-2006) per vincere qualcosa. Probabilmente ha perso l’occasione della vita nel Mondiale 2002: 3 reti in 4 partite, ma fuori per infortunio contro la Corea del Sud che ai quarti eliminò gli spagnoli ai rigori.


8: JOSÉ ANGEL IRIBAR

PORTIERE (Zarautz, 1º marzo 1943)

Ha portato a livello internazionale la scuola basca dei portieri e ha avuto l’onore di superare in Nazionale il record di presenze stabilito dal mitico Zamora. Nel giugno 1964 si è laureato Campione d’Europa ma nella finale contro l’Urss commise un errore di presa che permise ai sovietici di pareggiare. Un errore di gioventù: Iribar era il più giovane degli spagnoli e aveva esordito in Nazionale solo nel marzo precedente. Una macchia cancellata con un carriera infinita: 18 anni con l’Athletic Bilbao, tre Europei (1964, 1968,1972) e tre Mondiali (1966,1970, 1974) disputati con la Spagna.


7: LUIS ARKONADA

PORTIERE San Sebastián, 26 giugno 1954)

Prima dell’avvento di Casillas erano in molti a considerarlo il migliore portiere spagnolo dopo Zamora. In Nazionale si è ritrovato a giocare a ogni partita un derby contro il predecessore Iribar, simbolo dell’Athletic Bilbao, mentre lui era la bandiera della Real Sociedad. Come Iribar è arrivato a giocare la finale dell’ Europeo nel 1984 e come Iribar ha commesso un clamoroso errore accompagnando in porta una punizione di Platini. La sua Spagna però è stata sconfitta. In Nazionale dal 1977 al 1985, ha vissuto un epilogo triste: nel 1982 capitano della Spagna deludente al Mondiale di casa e nel 1985 costretto da un serio infortunio a dare spazio a Zubizarreta.


6: DAVID VILLA

ATTACCANTE (Langreo, 3 dicembre 1981)

Ha cominciato facendo le scarpe a un certo Raùl e ha vinto praticamente tutto. Sempre da protagonista. Capocannoniere della Spagna europea e del torneo giocato in Austria e Svizzera con 4 gol pur non potendo disputare la finale per infortunio. Capocannoniere della Spagna mondiale e del torneo sudafricano in coabitazione (5 gol), salta Euro 2012 per infortunio. Detiene saldamente il record di gol realizzati con la casacca delle Furie Rosse: 59 reti segnate in 98 presenze. Un fenomeno di rendimento in area tanto in Nazionale quanto in campionato (La Liga): in doppia cifra per ben 11 anni.


5: ANDRES INIESTA

CENTROCAMPISTA (Fuentealbilla, 11 maggio 1984)

La rete che ha deciso Sudafrica 2010 è solo la ciliegina sulla torta per un talento immenso che lotta per emergere fin dagli esordi, alla ricerca soprattutto di un ruolo definito. Nel mentre se lo cerca da solo, e quando lo trova è la squadra a beneficiarne. È successo nel 2008 al Barcellona in Champions League contro il Chelsea, si è ripetuto al Mondiale con la Spagna. Rijkaard lo teneva in panchina, Aragonés lo impiegò ugualmente in Nazionale e i suoi gol lo portarono alla fase finale di Euro 2008, salvandogli di fatto la panchina. Protagonista del trittico 2008-2010-2012, chiude in Nazionale ai Mondiali 2018 con 131 presenze.


4: IKER CASILLAS

PORTIERE (Móstoles, 20 maggio 1981)

Giocando fra i pali non era facile inserirsi da protagonista nella storia del calcio spagnolo, caratterizzato soprattutto dai numeri uno. Il portiere del Real Madrid c’è riuscito facendo quello che nessuno era mai riuscito a fare: vincere l’Europeo 2008, 2012 e il Mondiale 2010, sempre con la fascia di capitano al braccio, nonchè miglior portiere dell’anno IFFHS dal 2008 al 2012. Purtroppo per lui, però, il calcio è un po’ come il Far West, dove la storia non può mai avere la meglio sulla leggenda e per questo è costretto a rimanere dietro il “Divino” Zamora, un collega d’altri tempi che non ha vinto nessuna coppa internazionale ma ha saputo conquistare la fantasia della gente.


3: LUIS SUAREZ

CENTROCAMPISTA (A Coruña, 2 maggio 1935)

I compagni di squadra della Spagna Campione d’Europa 1964 lo chiamavano “Il Maestro”. Il Ct spagnolo di allora, Villalonga, che lo aveva conosciuto e ammirato da avversario quando sedeva sulla panchina del Real Madrid, impose la sua presenza per la fase finale del torneo continentale che si sarebbe disputata in Spagna. Il fallimento al Mondiale cileno nel 1962 aveva lasciato l’amaro in bocca e da allora Suarez aveva rigiocato solo una volta con la Nazionale, nel 1963. Quando nel 1964 si ripresenta, aveva appena vinto la sua prima Coppa dei Campioni con l’Inter. Per parecchi anni il regista nerazzurro è stato indiscutibilmente il migliore calciatore di movimento spagnolo.


2: XAVI

CENTROCAMPISTA (Terrassa, 25 gennaio 1980)

Nell’era del calcio atletico il regista brevilineo del Barcellona si è imposto guidando con straordinaria qualità tecnica la Spagna alla riconquista del titolo europeo nel 2008, del 2012 e quindi dell’anelato titolo mondiale nel 2010. Con Del Bosque aveva sofferto per qualche tempo il cambiamento di posizione, salvo poi adattarsi come meglio non poteva al nuovo ruolo di trequartista. Con Aragonés giostrava con maggiore continuità nel cuore della manovra, protetto da Senna, nella Spagna mondiale si muoveva a tutto campo, sorretto da un’impareggiabile intelligenza tattica e da una visione di gioco che solo l’ex Campione d’Europa Suarez in Spagna ha avuto più acuta.


1: RICARDO ZAMORA

PORTIERE (Barcellona, 21 gennaio 1901 – Barcellona, 8 settembre 1978)

La Spagna ha dominato il football dal 2008 al 2012 facendo incetta di Europei e Mondiale. Eppure se qualcuno dovesse stilare l’undici tipo spagnolo di tutti i tempi solo per un ruolo non ci sarebbero dubbi, quello del portiere: Ricardo Zamora. Con buona pace per il pluricampione Casillas. Catalano di Barcellona (ma c’è chi dice sia nato a Castellon), uomo controverso e discutibile nelle vita privata, accanito fumatore, grande bevitore di Cognac, vestì la casacca della rappresentativa catalana ma non condivideva l’idea politica dell’autonomia, al contrario divenne uno dei simboli del Franchismo. Dopo le Olimpiadi del 1920 tirò di pugilato per sbarcare il lunario. Si sentì sempre sulla pelle i colori dell’Español piuttosto di quelli del Barcellona (lo storico presidente Camper non gli concesse l’aumento e lui ritornò all’Español preferendo rimanere inattivo in seguito a una squalifica federale) e il suo ricco trasferimento al Real Madrid (100 mila pesetas nel 1930) fece scandalo. Però la sua berretta con visiera e il suo maglione bianco girocollo diventarono esempi da seguire per tutti i colleghi. È stato il primo portiere a eccellere a livello internazionale. La leggenda vuole che ipnotizzasse gli avversari. Nella porta della Spagna fin dalla prima partita del 1920 a Bruxelles contro la Danimarca, diventerà il primo recordman di presenze e il suo primato di 46 partite, giocate fra il 1920 e il 1936, reggerà trentotto anni. L’ultima partita (capitano) contro la Germania, a Barcellona il 23 febbraio 1936. Nel 1929 è il capitano degli spagnoli quando a Madrid rimane in campo con lo sterno rotto contro l’Inghilterra: è la prima partita e la prima vittoria (4-3) contro gli inglesi (la prima sconfitta dei Maestri fuori dalla Gran Bretagna). Nel 1934 in Italia gioca il suo unico Mondiale, nei quarti di finale la Spagna con Zamora in porta blocca la squadra di Pozzo (1-1). Si ripete la partita ma Zamora non gioca. Ufficialmente perché infortunato: decide un gol di Meazza e l’Italia in piena era fascista si avvicina al primo titolo mondiale. Il nostro “Balilla”, fuoriclasse autentico, mai aveva segnato e mai segnerà un gol ufficiale al numero uno – in questo caso non è una questione di ordine numerico – spagnolo: Ricardo Zamora.