ASPARUHOV Georgi: il Dio bulgaro

Cinque volte calciatore bulgaro dell’anno, cinque titoli nella Liga spagnola, semifinalista di Coopa del Mondo e leggenda del Barcellona. Mi riferisco naturalmente a Hristo Stoichkov che per la maggior parte del mondo calcistico è il miglior calciatore bulgaro di sempre. Tuttavia, in Bulgaria la questione non è affato così scontata.

Il suo nome era Georgi Rangolev Asparuhov, ma lo chiamarono “Gundi”. E è Gundi – non Stoichkov – che il popolo bulgaro voterà come il miglior calciatore bulgaro del XX secolo. La scarsa conoscenza di questo grandissimo personaggio merita di essere colmata.

Gundi nasce a Sofia il 4 maggio 1943. In quel momento la Bulgaria è una monarchia con lo zar Simeone II, di soli sei anni, costretto a salire sul trono dopo l’improvvisa morte del padre Boris III. Asparuhov inizia a dimostrare tutte le sue doti fin da bambino. Fisicamente precoce, i suoi primi allenatori approfittano della sua altezza e prestanza piazzandolo in difesa. Viene notato dal Levski Sofia, che lo tessera tra gli Under 16 e dove sfoggia subito una classe decisamente superiore. I tecnici del Levski sono concordi: “Non c’è niente che possiamo insegnarli. Il ragazzo è un calciatore nato”.

Nonostante la classe limpida, Asparuhov non è soddisfatto del mondo del calcio che ha trovato: troppo fisico, troppo brutale il football anni 50 nell’Europa dell’Est. I suoi tecnici lo spronano assicurandogli un avvenire stellare ma la verità è che Gundi sta ancora valutando se realmente il calcio fa per lui. Prova con successo anche la strada della pallavolo dove nuovamente di distingue e a 16 anni si ritrova nella condizione di fare una scelta definitiva. Nonostante le sue remore, segue la strada del football e nel 1959, all’età di 17 anni, viene promosso in prima squadra nel Levski dopo essere stato protagonista nella vittoria del club nel campionato nazionale giovanile.

Debutta in Părva Liga nel 1960 schierato in difesa nella sfida contro il Botev Plovdiv. Era insolito all’epoca che un giocatore così giovane venisse schierato in difesa, specialmente tra una delle squadre più importanti del paese. Il Levski del tempo era stato campione di Bulgaria 8 volte, l’ultima delle quali nel 1953.

Dopo una paio di mesi dal debutto, Asparuhov ottiene la convocazione nelle giovanili della nazionale per un torneo in Austria. Anche se soddisfatto del crescente successo che sta ottenendo, Gundi non riesce a nascondere il suo disagio: si sente un attaccante. Sarà questo istinto nascosto a fargli realizzare durante il torneo giovanile un incredibile goal da poco più di metà campo. Quel match si rivelerà l’ultimo giocato da Asparuhov in difesa: quella rete convince i tecnici della nazionale del Levski che il destino di Gundi sarebbe stato in attacco.

asparuhov-bulgaria-wp3

Al suo ritorno nel club, viene dirottato in avanti sempre più spesso iniziando a trovare subito la via della rete. Nella stagione del debutto realizza 7 goal in 23 partite, gran parte delle quali ancora giocate in difesa. Nel 1962, dopo la sua prima stagione da professionista, deve svolgere il servizio militare e viene trasferito a Plovdiv. Essendo considerato come uno dei migliori talenti del paese, gli viene concesso il permesso di giocare per la squadra di calcio locale, quello stesso Botev contro il quale aveva debuttato.

Non è certo di prima grandezza il nuovo club di Asparuhov. Ha vinto solo un titolo nel 1927 e neanche una coppa nazionale. Nonostante questo, la sola presenza del diciottenne Gundi trasforma il Botev da mediocre squadra da metà classifica in una delle pretendenti al titolo. In due stagioni segna 25 reti in 47 partite. Nella prima stagione arriva un ottimo terzo posto e la coppa di Bulgaria, nella seconda un secondo posto dietro ai rivali dello Spartak Plovdiv, il risultato migliore del club in 36 anni.

Alla vigilia dei mondiali cileni del 1962, i primi in assoluto per la Bulgaria, debutta nella nazionale maggiore nel match amichevole contro l’Austria. Il ct Georgi Pachedzhiev lo include nei 22 che affronteranno un vero e proprio “gruppo della morte”: la Bulgaria si ritrova infatti assieme a Inghilterra, Argentina e Ungheria. I sudamericani si impongono nel primo match per 1-0 rendendo la sfida contro l’Ungheria già decisiva. E invece arriverà una tremenda sconfitta per 6-1 (4-0 già al dodicesimo minuto, di Sokolov la rete bulgara). Inutile ma di prestigio il pareggio a reti inviolate contro l’Inghilterra.

asparuhov-bulgaria-wp4

Terminato nel 1963 il periodo di leva, Gundi rientra al Levski Sofia che lo accoglie a braccia aperte. A 20 anni diventa immediatamente il riferimento della squadra della capitale che attorno a lui sta costruendo uno squadrone. Nel corso dei futuri 8 anni Asparuhov sarebbe diventato il più grande calciatore nella storia del Levski e probabilmente del calcio bulgaro. Con Gundi in testa, arriveranno 3 scudetti e quattro coppe nazionali. Il Levski diventerà anche la prima squadra bulgara a raggiungere la finale di una competizione europea: si tratta di due finali della Coppa dei Balcani, purtroppo entrambe perse.

La stagione che lo consegna agli annali è la 1964/65. In campionato il Levski si aggiudica il titolo davanti al Lokomotiv con Asparuhov capocannoniere con 27 reti. Nell’estate 1965 viene nominato sia calciatore che sportivo bulgaro dell’anno e a conferma del suo stato di grazia, arriva la nomination al Pallone d’Oro: Gundi si piazza all’ottavo posto nell’edizione vinta da Eusebio.

Con Eusebio avrà la possibilità di confrontarsi la stagione successiva in Coppa dei Campioni. Dopo un agevole primo turno superato ai danni degli svedesi del Djurgårdens (7-1 in aggregato), Il Levski deve affrontare il temibile Benfica, che al tempo rappresentava la spina dorsale della nazionale portoghese. Nel match di andata giocato a Sofia, il Levski si porta due volte in vantaggio, la prima dopo 5 minuti con Asparuhov, ma in entrambe i casi viene raggiunto da Eusebio costringendo i bulgari ad un difficilissimo ritorno a Lisbona. E’ proprio Gundi a sbloccare il risultato dopo soli 3 minuti ma alla fine del primo tempo il Benfica realizza 3 reti e mettendo il Levski all’angolo. Ad un quarto d’ora dalla fine ancora Asparuhov proverà a riaprire il discorso qualificazione ma il risultato non muterà più fino al fischio dell’arbitro.

asparuhov-bulgaria-wp5

La tre reti realizzate contro i campioni del Benfica lo portano immediatamente all’attenzione dei migliori club europei. In primo luogo, sono gli stessi portoghesi a farsi avanti con Eusebio che commenta:”Mi piacerebbe giocare con Asparuhov, nella sfida in Coppa Campioni ha conquistato Lisbona”. C’è poi il Milan che per parecchi anni inseguirà il talento bulgaro con Rocco che lo definisce “l’attaccante dei miei sogni”.

Gundi non esprimerà mai il desiderio di lasciare il Levski. Arrivando a dichiarare ai dirigenti milanisti: “C’è un paese che si chiama Bulgaria. E c’è una squadra che chiamata Levski. Forse non ne avete mai sentito parlare, ma io sono nato in questa squadra, e in questa squadra morirò”.
Parole, purtroppo, fin troppo vere. Non sapremo mai se realmente Gundi la pensasse così o se erano pensieri, ma se anche avesse voluto lasciare il club, di certo non sarebbe stato facile. I paesi comunisti al tempo erano severissimi nei confronti dei calciatori che volevano lasciare il paese. In particolare il governo bulgaro, che arriverà persino a negare il permesso ad Asparuhov di giocare in Russia un match commemorativo in onore di Yashin.

L’anno di grazia 1965 si conclude con lo spareggio per l’accesso ai mondiali 1966. Avversario è il Belgio, dominato per 2-1 dalla Bulgaria con un Asparuhov autore di una doppietta e protagonista di uno dei suoi migliori match di sempre.

Come nel 1962, anche il sorteggio per i mondiali inglesi del 1966 è infausto. Avversari di turno i campioni in carica del Brasile, il lanciatissimo Portogallo e l’imprevedibile Ungheria. Tutte e quattro le squadre esibiscono stelle di primissima grandezza: oltre ad Asparuhov il Brasile ha Pelè, il Portogallo Eusebio e l’Ungheria Florian Albert. Arriveranno tre sconfitte piuttosto nette: 0-2 contro il Brasile, 0-3 contro il Portogallo e 1-3 contro l’Ungheria con l’unica rete bulgara del torneo di Asparuhov.

Gundi e la Bulgaria tornano in Inghilterra due anni dopo a Wembley in un’amichevole contro i neo campioni del mondo. Nell’1-1 finale realizza una rete memorabile. raccoglie la palla nella propria metà campo, supera due avversari in velocità e infila la porta inglese appena dentro l’area di rigore. Nell’aprile dello stesso anno Asparuhov incrocia anche la nazionale italiana per i quarti di finale di Euro 68 ma la Bulgaria viene eliminata con un aggregato di 4-3 per gli azzurri.

Il 1970 rappresenta l’anno dei suoi terzi mondiali, ma Gundi arriverà all’appuntamento tormentato da una serie di infortuni. Questa volta l’urna si dimostra benevola verso i bulgari che oltre alla Germania Ovest si ritrovano i comprimari del Perù e del Marocco. Arriverà invece l’ennesima delusione, frutto di due sconfitte contro andini e tedeschi e di un anonimo pari contro i nordafricani.

Per i tifosi del Levski il 30 giugno 1971 è una data tragica. Asparuhov e il collega Nikola Kotkov rimangono vittime di un incidente stradale nei pressi di Vrassa. La loro automobile si schianta contro un autotreno ed i due calciatori muoiono carbonizzati prima che i soccorritori possano intervenire. Una morte assurda, prematura e devastante per il movimento calcistico bulgaro ma anche per il calcio internazionale. Mezzo milione di persone parteciperanno ai suoi funerali facendo entrare di diritto Gundi nell’Olimpo del calcio mondiale.

I suoi numeri sono impressionanti: in soli 11 anni di carriera professionistica ha collezionato 326 partite e 209 reti tra Botev e Levski, in nazionale 50 presenze e 19 reti, ha partecipato a 3 mondiali di calcio, ha vinto 3 campionati e 4 coppe bulgare oltre ad una nomination al Pallone d’Oro. Tanto da vedersi dedicare il nome dello Stadio del Levski oltre ad un ricordo imperituro da parte del popolo bulgaro.