Si sta ancora combattendo in Corea, la guerra fredda è al suo apice con il terrore della minaccia atomica. Nel villaggio olimpico i paesi dell’est si “trincerano” dietro al filo spinato per evitare il contatto con le altre nazioni. L’Ungheria, che dominerà anche nel calcio, è la sorpresa dell’edizione, raccogliendo ben 42 medaglie, 16 delle quali d’oro. Il simbolo invece è il cecoslovacco Emil Zatopek, dominatore del fondo, triplo oro ineguagliato nel gran fondo: 5.000, 10.000 e addirittura la maratona.
L’Italia del calcio è sempre formata esclusivamente da giovani promesse, diplomati o universitari, in ottemperanza formale alle leggi sul dilettantismo. Il professionismo ormai è dichiarato (Pandolfini, il capitano, proprio in quei giorni viene acquistato dalla Roma per 40 milioni!) ma non regolamentato. Come giocatore-studente partecipa anche Boniperti, che però non gioca a causa di un infortunio. La squadra, oltre che piuttosto inesperta, ha pochi elementi di spicco: tutti ingenuamente ci sperano ancora, ma si conferma impossibile ripetere il cammino del ’36. E infatti dopo l’ormai abituale abbuffata con gli Stati Uniti (8-0, tripletta di Gimona), vittima predestinata, gli azzurri, guidati in panchina da Berretta e Foni, sono eliminati, sempre negli ottavi, dall’irresistibile Ungheria con un inappellabile 3-0. Doppietta di Palotas (2-0 già dopo 20′) e gol di Kocsis.
I magiari sono lanciatissimi verso la medaglia d’oro, che ottengono grazie a un secco 2-0 nei confronti della Jugoslavia, dei bomber Mitic e Zebec (7 reti a testa), dopo aver travolto in semifinale i padroni di casa e i campioni uscenti della Svezia (8-0), che riusciranno comunque a prendere il bronzo. L’Ungheria è l'”Aranycsapat”, la squadra d’oro che negli anni successivi reciterà il ruolo di prima protagonista sulla scena mondiale. Puskas, Kocsis e Hidegkuti sono tra le stelle di uno squadrone che domina senza fatica in lungo e in largo il torneo, mostrando una qualità decisamente superiore agli avversari. Tanta forza però non basterà per vincere il titolo mondiale in Svizzera nel 1954. Non evita invece un’umiliazione la Gran Bretagna, estromessa a sorpresa già nei sedicesimi dal piccolo Lussemburgo, che le rifila un sonoro 5-3. Uno schiaffo umiliante sulla pelle dei Maestri.
A Helsinki nasce la Grande Ungheria
IL MEDAGLIERE
Turno di qualificazione
Polonia
Francia
2:1
Ungheria
Romania
2:1
Jugoslavia
India
10:1
Danimarca
Grecia
2:1
URSS
Bulgaria
2:1 dts
Lussemburgo
Gran Bretagna
5:3 dts
Olanda
Brasile
1:5
Italia
USA
8:0
Egitto
Cile
5:4
Ottavi di finale
Finlandia
Austria
3:4
Germania
Egitto
3:1
Brasile
Lussemburgo
2:1
Jugoslavia
URSS
5:5 dts
Danimarca
Polonia
2:0
Svezia
Norvegia
4:1
Ungheria
Italia
3:0
Turchia
Antille Olandesi
2:1
Jugoslavia
URSS
3:1
Quarti di finale
Svezia
Austria
3:1
Germania
Brasile
4:2 dts
Ungheria
Turchia
7:1
Jugoslavia
Danimarca
5:3
Semifinali
Ungheria
Svezia
6:0
Jugoslavia
Germania
3:1
Finale per il 3° posto
Svezia
Germania
2:0
Finale per il 1° posto
Ungheria
Jugoslavia
2:0
IL MEDAGLIERE
Pos
Formazione
UNGHERIA: János Börzsei, József Bozsik, László Budai, Jenő Buzánszky, Lajos Csordás, Zoltán Czibor, Jenő Dálnoki, Sándor Gellér, Gyula Grosics, Géza Henni,Nándor Hidegkuti, Sándor Kocsis, Imre Kovács, Mihály Lantos, Gyula Lóránt, Péter Palotás, Ferenc Puskás, Ferenc Szojka, János Varga, József Zakariás. All. Gusztáv Sebes.
JUGOSLAVIA: Vladimir Beara, Stjepan Bobek, Vujadin Boškov, Božo Broketa, Zlatko Čajkovski, Ratko Čolić, Vladimir Čonč, Tomislav Crnković, Dušan Cvetković, Milorad Diskić, Vladimir Firm, Ivan Horvat, Branko Kralj, Slavko Luštica, Rajko Mitić, Tihomir Ognjanov, Zdravko Rajkov, Branko Stanković, Bernard Vukas, Branko Zebec. All. Milorad Arsenijević.
SVEZIA: Olle Åhlund, Karl-Erik Andersson, Sylve Bengtsson, Yngve Brodd, Lars Carlsson, Lars Eriksson, Bengt Gustavsson, Holger Hansson, Sven Hjertsson, Åke Jönsson, Egon Jönsson, Gösta Lindh, Gösta Löfgren, Erik Nilsson, Ingvar Rydell, Lennart Samuelsson, Gösta Sandberg, Nils-Åke Sandell, Kalle Svensson, Tore Svensson. All. George Raynor.