Ardiles e Villa: due argentini a Londra

La storia dell’avventuroso doppio acquisto da parte del Tottenham dei freschi campioni del Mondo. I due argentini diedero al calcio inglese una lezione non solo di gioco ma anche di cultura.

Oggi la Premier League è il sogno di ogni calciatore, la sfida più ardua e appassionante che si possa affrontare. Per questo motivo, i campi inglesi sono invasi da stelle provenienti da ogni angolo del pianeta. Attualmente, solo il 40% dei calciatori in Premier League è di nazionalità inglese. E più di 100 paesi sono rappresentati nella competizione più seguita al mondo. Ma questa realtà multiculturale era assolutamente impensabile 40 anni fa, quando i pionieri stranieri sbarcarono nel calcio inglese.

Le prime tracce di giocatori stranieri nella terra che ha “inventato” il football risalgono al 1930, quando l’allenatore dell’Arsenal Herbert Chapman provò a portare in Inghilterra il portiere austriaco Rudy Hiden. La sua iniziativa scatenò una reazione furiosa e scandalizzata; un dirigente della Football League definì l’idea “ripugnante”, “offensiva” e “una terribile ammissione di incapacità nella gestione di un club”.

Nonostante il tentativo fosse fallito, segnò una svolta storica nel calcio inglese. L’anno successivo, la FA, con il sostegno del Ministero del Lavoro, stabilì che i calciatori che non fossero cittadini britannici di nascita potessero giocare per le squadre inglesi solo se residenti da almeno due anni. Questo requisito permise a calciatori come il portiere tedesco Bert Trautman e l’attaccante cileno George Robledo di affermarsi in Inghilterra, ma impedì a qualsiasi altro straniero di firmare per le squadre inglesi.

La restrizione durò per ben 47 anni, fino al febbraio 1978, quando la Comunità Europea stabilì che le federazioni calcistiche dei suoi stati membri non potevano più discriminare i giocatori in base alla loro nazionalità. Così nell’estate del 1978 si aprì la sessione di mercato più rivoluzionaria nella storia del calcio inglese.

L’Argentina aveva appena conquistato il mondo, dominando il torneo e vincendo la Coppa davanti al suo pubblico all’Estadio Monumental. La verve degli argentini, unita alla fine della restrizione, spinse le squadre inglesi a guardare oltre i confini europei e a scoprire la ricchezza di talenti che ora erano a portata di mano. E non passò molto tempo prima che un club facesse la prima mossa.

Nel 1978, il Tottenham Hotspur era tornato in Division One dopo un anno di purgatorio, grazie al lavoro di Keith Burkinshaw. Ma nessuno si aspettava che i londinesi facessero una mossa così clamorosa sul mercato, portando in Inghilterra ben due campioni del mondo argentini.

Burkinshaw si era recato a Buenos Aires subito dopo il trionfo dell’Albiceleste ai Mondiali, con l’obiettivo di acquistare Osvaldo Ardiles, su suggerimento di Harry Haslam, allenatore dello Sheffield United. Haslam aveva messo gli occhi su un giovane Diego Maradona, ma si era reso conto di non avere abbastanza denaro a disposizione. Allora si era interessato ad Alex Sabella, e questi gli aveva confidato il desiderio di Ardiles di giocare in terra britannica.

Burkinshaw non ci pensò due volte e si assicurò la firma del centrocampista, ma poco dopo aver concluso l’affare, Ardiles gli fece sapere che anche il suo amico e compagno di nazionale Ricardo Villa sarebbe stato disponibile a seguirlo. Così, con l’approvazione del Tottenham, il tecnico si aggiudicò entrambi per la cifra irrisoria di 750.000 sterline, lasciando il mondo del calcio a bocca aperta.

Ma come avrebbe accolto il calcio inglese il sensazionale arrivo negli Spurs di due vincitori della Coppa del Mondo? Beh, la mossa fu osteggiata da molti, soprattutto dal segretario della PFA (Professional Footballers’ Association) il quale si lamentò che “ogni straniero di qualità nel nostro campionato toglie un posto a un giocatore britannico”.

Tuttavia, molti club furono colpiti dall’esempio del Tottenham e decisero di ingaggiare le loro stelle straniere, come l’Ipswich con gli olandesi Frans Thijssen e Arnold Muhren, il Birmingham con l’altro campione del mondo Alberto Tarantini, lo Sheffield United con Alex Sabella e il Southampton con lo jugoslavo Ivan Golac.

Non tutti i trasferimenti stranieri di quell’estate 1978 furono un successo; tuttavia, segnarono l’inizio di una tendenza che avrebbe cambiato per sempre il volto del calcio inglese.

Ardiles e Villa si rivelarono due acquisti fondamentali per il Tottenham, poiché insieme a Glenn Hoddle portarono gli Spurs alla vittoria della FA Cup nel 1981, con Villa che realizzò la splendida rete decisiva. Ardiles rimase al club fino al 1988 e contribuì anche alla conquista della Coppa UEFA. I due albiceleste furono amatissimi dai tifosi del Tottenham, anche se per loro non fu certo facile adattarsi al calcio e alla cultura inglese. Ardiles riporta:

“A quel tempo, il calcio inglese era molto chiuso. C’era solo una maniera di giocare… e non era proprio la nostra. Ma abbiamo trovato un compromesso. Glenn Hoddle ci ha aiutato molto in questo perché lui giocava in modo simile a noi.”

Questo “compromesso” diede vita allo spettacolare gioco del Tottenham e con l’arrivo degli anni 80 sempre più stranieri sbarcarono in Inghilterra, innovando il tipico stile inglese e creando modelli di gioco più evoluti.

Erano finiti i tempi in cui il calcio inglese era tutto basato su lanci lunghi e difesa arcigna, giocatori come Ardiles e Villa contribuirono fattivamente a dare al calcio inglese una lezione non solo di gioco ma anche di cultura.

Il loro acquisto segnò l’inizio della trasformazione del calcio inglese in quella macchina da spettacolo planetaria che vediamo in TV ogni settimana e che si chiama Premier League.