Il Capocannoniere Oldrich Nejedly
Il suo mestiere nel calcio era quello di fare l’interno sinistro, e lui eseguiva nel migliore dei modi. Ma aveva, innato, un sesto senso che gli serviva a trovare la via del gol con continuità. Lo fece al Mondiale italiano del ’34, lo fece nel corso di una lunga e gloriosa carriera in patria, segnando in totale 146 reti nel campionato ceco e vincendo la classifica marcatori nella stagione ’38-39, con 21 gol.
Nato nel 1909 a Rakovnik, minuscolo paese della campagna praghese, “Olda” Nejedly cresce nello Zebrak, tra i cadetti. Ancora giovane, per la cifra di ventimila corone finisce allo Sparta Praga dove debutta con squilli di tromba: cinque reti nel giorno dell’esordio fanno ricredere anche il belga Raymond Braine, arrivato allo Sparta dal Beerschot di Anversa, che inizialmente riteneva prematuro l’esordio del diciassettenne boemo.
Il trio Silny-Braine-Nejedly diventa una delle grandi attrattive del calcio praghese e mittel-europeo, battendosi in derbies che fanno la storia del calcio con la prima linea dello Slavia, l’altra metà del calcio a Praga. Di là ci sono Junek, Svoboda, Sobotka, Kopecky e Puc. Lo Sparta è campione nazionale nella stagione ’31-32, e “Olda” diventa un pilastro anche della Nazionale ceca.
Lo è, appunto, al Mondiale del ’34. Negli ottavi la Cecoslovacchia batte una Romania grintosa e poco arrendevole: 2-1, ed è di Nejedly il gol che risolve la partita. Stesso copione contro la Svizzera: 3-2, e l’interno firma il successo al minuto 83. In semifinale “Olda” segna la tripletta del 3-1 sulla Germania. La sua Cecoslovacchia si arrenderà solo all’Italia (e ad Angiolino Schiavio, che a fine rassegna avrà in conto un solo gol meno di lui, quattro contro cinque) in finale e ai tempi supplementari.
Spenti i riflettori sul Mondiale, Nejedly torna a giocare con la maglia dello Sparta Praga. Vince ancora tre campionati nazionali (’35-36, ’37-38 e ’38-39), trionfa nella Coppa Europa Centrale nel 1935. Nel 1938 si ripresenta sulle scene del Mondiale. Due gol in due partite: uno nel 3-0 con cui la Cecoslovacchia si sbarazza dell’Olanda ai supplementari negli ottavi, un altro nella prima partita dei quarti col Brasile, finita 1-1 dopo i supplementari. Nella ripetizione della sfida, due giorni dopo, Nejedly non c’è: paga con l’assenza le “attenzioni” particolari della difesa brasiliana.
L’acuto nel torneo ’38-39, col successo nella classifica dei bomber di Cecoslovacchia, è uno degli ultimi in carriera. Per scelta: a 32 anni appena compiuti (siamo nel ’41), il vecchio “Olda” saluta il grande calcio: torna a giocare per la squadra del paese natale, per divertirsi col calcio, e lo fa ben oltre la soglia dei quarant’anni, fino al 1951.