Mondiali 2010: SPAGNA

Ritorno all'antico

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Dopo le dimissioni di Marcello Lippi all’indomani del trionfo di Berlino, Roberto Donadoni, già calciatore di Atalanta e Milan e allenatore del Livorno fino al febbraio 2006, viene nominato a sopresa commissario tecnico della Nazionale, fortemente voluto dal suo ex collega Demetrio Albertini, ora dirigente azzurro. Donadoni raccoglie il difficilissimo testimone e porta gli azzurri ad una non affatto scontata qualificazione agli Europei austro-svizzeri del 2008 davanti agli “odiatissimi” cugini francesi.

L’Italia, inserita dall’UEFA in seconda fascia, viene sorteggiata nel girone di ferro di Euro 2008, con Olanda, Romania e Francia riuscendo a superare il turno nonostante la bruciante sconfitta iniziale contro gli orange (3-0) e il misero pareggio contro la Romania (1-1). Decisiva ancora una vittoria sulla Francia ma nei quarti Donadoni si deve arrendere ai futuri campioni continentali della Spagna che passano solo ai calci di rigore.

Il mezzo flop azzurro fa scattare la clausola rescissoria secondo cui se il CT non fosse arrivato almeno alle semifinali degli Europei 2008, la FIGC sarebbe stata autorizzata a sollevarlo dal suo incarico. Non senza una certa sorpresa la dirigenza offre ancora a Lippi la possibilità di difendere il trionfo a Germania 2006. Nelle qualificazioni per il Sudafrica l’Italia venne inserita in un gruppo abbastanza agevole: gli azzurri pescano Irlanda, Bulgaria, Cipro, Montenegro e Georgia. Il biglietto per Johannesburg viene staccato regolarmente terminando al primo posto nel prorpio girone con 7 vittorie e 3 pareggi.

Le “prove” del Mondiale si tengono nel giugno 2009 con la Confederations Cup. La partita d’esordio a Johannesburg contro gli Stati Uniti viene vinta dagli Azzurri per 3-1 in rimonta con una doppietta di Giuseppe Rossi ed un gol di Daniele De Rossi. Il passo falso a minare le convinzioni di Lippi arriva però nella seconda giornata, con una sconfitta di misura (1-0) contro l’Egitto, che mette a rischio la qualificazione degli Azzurri alle semifinali. Le speranze italiane vengono riposte nell’ultimo incontro col Brasile. Gli azzurri tengono testa ai verdeoro solo nella prima mezz’ora, poi il crollo alla fine del primo tempo, con tre reti verdeoro e una supremazia atletica, tecnica e tattica straripante. Lippi già intuisce che la difesa del titolo in Sudafrica sarà difficilissima ma il tecnico viareggino rilancia con alti proclami fino alla vigilia della competizione per quello che invece si rivelerà essere il peggior Mondiale in assoluto disputato dalla Nazionale italiana.

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L’undici di Lippi per l’esordio contro il Paraguay

Il Mondiale sudafricano inizia nel segno delle contestate convocazioni fatte da Lippi, che esclude alcuni talenti, in primis Cassano e Balotelli, per far posto a molti calciatori reduci da una stagione poco brillante nei rispettivi club, affidandosi in pratica a diversi elementi della “vecchia guardia” artefice della vittoria mondiale di quattro anni prima (come d’altronde era già capitato in passato nella storia della Nazionale, vedi Bearzot nel 1986). Le amichevoli pre-Mondiale a Bruxelles contro il Messico (sconfitta per 2-1) e a Losanna contro la Svizzera (pareggio per 1-1) non danno d’altra parte segnali incoraggianti. Il girone mondiale, sorteggiato a Durban il 4 dicembre 2009, risulta però essere molto, ma molto favorevole per la squadra campione del mondo in carica: nel gruppo F infatti escono come avversari degli Azzurri dei comprimari non propriamente irresistibili come Paraguay, Slovacchia e Nuova Zelanda.

Per l’esordio contro il Paraguay Lippi presenta un 4-2-3-1 con Buffon in porta, linea difensiva formata da Zambrotta e Criscito sugli esterni, Chiellini e Cannavaro centrali; centrocampo composto da De Rossi e Montolivo, con Marchisio centrale nel terzetto di trequartisti completato da Iaquinta e Pepe. Unica punta il viola Gilardino. L’avvio dell’Italia, in un match caratterizzato dall’incessante pioggia, è ottimo: gran ritmo e pressing continuo che mette in difficoltà il Paraguay. La sopresa arriva al 38′ con una punizione dalla trequarti per il Paraguay, colpo di testa di Alcaraz, che sorprende Cannavaro e palla alla sinistra di Buffon, per l’uno a zero dell’Albirroja. Nella ripresa, fuori Buffon (risentimento al nervo sciatico) e dentro il cagliaritano Marchetti. L’Italia però non demorde e attacca a spron battuto, con Pepe estremamente dinamico sulla fascia. Al 18′ l’Italia agguanta il pari: corner dello stesso Pepe, Villar sbaglia clamorosamente l’uscita e De Rossi insacca in spaccata, siglando l’uno a uno. L’Italia, galvanizzata dal gol del pareggio, insiste e sfiora il due a uno con Montolivo che dai 25 metri impegna. Entra anche Di Natale per uno spento Gilardino, ma il risultato non cambia. Lippi abbozza un mezzo sorriso, per lui l’Italia c’è e lo si vedrà nel secondo match contro la Nuova Zelanda.

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Italia-Nuova Zelanda: Il liscio di Cannavaro libera Smeltz

Gli azzurri scendono in campo già carichi di tensione e i “kiwi” ne approfittano subito al 7′ con una punizione dalla tre quarti: Reid spizza la sfera, Cannavaro la tocca goffamente servendo praticamente l’assist a Smeltz che sottomisura brucia Marchetti. I campioni del mondo accusano il colpo. Troppi passaggi sbagliati, gioco prevedibile, i neozelandesi hanno vita facile nel difendersi e non vanno mai in affanno. Montolivo prova a caricarsi la squadra sulle spalle ed è sfortunatissimo quando dalla distanza lascia partire una sassata che si stampa sul palo interno non entrando clamorosamente. Al 27’ comunque gli azzurri arrivano al pari, quando sul cross di Chiellini, De Rossi viene trattenuto da Smith all’altezza del secondo palo. Dal dischetto Iaquinta con freddezza spiazza Paston. Sembra l’inizio della riscossa per l’Italia che con De Rossi costringe il portiere alla respinta non facile, ma gli azzurri non sfondano. Nella ripresa Lippi ridisegna la formazione inserendo Di Natale e Camoranesi per Pepe e Gilardino, passando al 4-3-3. La manovra sembra avere maggior qualità, ma è un illusione che si spegne ben presto. Anzim sono gli“All Whites” che nei minuti finali vanno vicini all’impresa quando Cannavaro, sbagliando l’anticipo, si fa superare da Wood che però angola troppo il diagonale mancino. Gli azzurri si salvano dalla beffa, ma a fine gara De Rossi ci va giù duro: “Così si torna a casa“.

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Italia-Slovacchia: Vittek “passeggia” sopra Montolivo

Lippi predica calma e crica i suoi ma è evidente agli occhi di tutti la mancanza di personalità, di gioco e di compattezza, tutti elementi che ci permisero di trionfare quattro anni fa. All’Ellis Park di Johannesburg gli azzurri affrontano la Slovacchia ma neanche gli innesti di Gattuso, per Marchisio, e Di Natale al posto di Gilardino in un 4-3-3 insolito per le idee Lippiane, regalano quella grinta, quella vivacità, quella scossa che servirebbe per poter “svoltare” la storia di un mondiale che sembra già segnato. E già al al 25′ un ennesimo errore in fase di rilancio di De Rossi permette a Vittek di intercettare la sfera e di destro battere Marchetti con un tiro secco e angolato. Nella ripresa, doppio cambio operato da Marcello Lippi, sempre più in stato confusionale. Dentro Quagliarella e Maggio, fuori Criscito e Gattuso per un’Italia ancora più a trazione anteriore.

Ma la Slovacchia colpisce ancora al 73’, quando sugli sviluppi di un corner dalla destra, Hamsik serve Vittek che nell’area piccola anticipa Chiellini e di destro gira in rete beffando Marchetti. 2 a 0. All’81′ si rianima improvvisamente l’Italia con Quagliarella che parte dalla destra, converge verso il centro, scambia con Iaquinta e calcia in porta: respinge Mucha e Di Natale insacca, chiamando gli azzurri all’impresa. Pochi minuti e il 2 a 2 sembra cosa fatta. Quagliarella mette dentro sull’assist di Di Natale, ma è leggermente avanti. E l’urlo di gioia degli azzurri viene strozzato dalla segnalazione del guardalinee. La Slovacchia si mostra davvero mortale e punisce ancora una volta una difesa azzurra inguardabile. All’89′, da un fallo laterale battuto in area da Hamsik, arriva il 3-1 di Kopunek che anticipa Marchetti in uscita. Sembra finita veramente, questa volta, ma Quagliarella, il migliore degli azzurri, riaccende la truppa di Lippi con un gran pallonetto dal limite e Mucha battuto. Incredibilmente al 96′ il 3 a 3 sembra materializzarsi. Pepe, però, fallisce con una conclusione sballata l’occasione capitata sui suoi piedi e getta al vento una qualificazione che sarebbe stata davvero immeritata.

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