Oreste Del Buono: cronache spagnole

28 giugno 1982: Se questi azzurri sapessero leggere

Caro campionato italiano in ferie, eccomi al terzo rapporto dal campionato mondiale in corso. In generale l’impressione è che tu sia, magari più modesto di nomi di partecipanti, però un poco più serio. Arbitraggi scandalosi per pregiudizio, tipo quello dello spagnolo Augusto Lamo Castillo, o per insipienza, tipo quello del sovietico Miroslav Stupar, pastette tra squadre della stessa lingua, tipo Germania-Austria ai danni dell’Algeria, eccetera. C’è quasi una preponderanza delle questioni interessanti la giustizia ordinaria rispetto alle questioni interessanti il valore sportivo. La squadra italiana non s’è molto segnalata in campo (un passaggio alla seconda fase per tre pareggi consecutivi non è molto esaltante, lo riconosce lo stesso presidente della Federazione Gioco Calcio, Sordillo), ma fuori campo, invece, sì, eccome. Il silenzio stampa adottato quale giusta contraria con i giornalisti italiani (rei di non comportarsi troppo complicemente con la rappresentativa nazionale, che, ahimè, rappresenta tutti i difetti della nazione), ha meravigliato non solo i giornalisti stranieri, ma anche e soprattutto i giocatori stranieri. Eppure, i nostri eroi dovrebbero farsi leggere, o addirittura provare a leggere loro, che, dopotutto, anche se silenti, risultano alfabeti, quello che hanno scritto e continuano a scrivere, ad esempio, i giornalisti spagnoli sui giocatori spagnoli dopo la disfatta di Siviglia davanti all’Irlanda del Nord. «Espana ha demostrado che no tiene equipo» è la sentenza più benevola che mi sia capitato di leggere. Le altre vanno più in là. E i giocatori spagnoli, intervistati dalla televisione spagnola abbastanza brutalmente, hanno risposto abbastanza sinceramente, ammettendo di aver sbagliato. Solo l’allenatore Santamaria, uno che ha già dato prova di non capire un tubo, ha tirato fuori la solita scusa, accusando i giornalisti spagnoli. «Las criticas han decentrado el clima del equipo». Santamaria è di scuola calcistica italiana? Comincio a sospettarlo. Intendiamoci, sono convinto che molti giornalisti italiani esagerino nel denigrare i giocatori italiani come del resto avevano esagerato nell’esaltarli. In fondo, è la mancanza di misura usata prima per magnificare le gesta, spesso non gesta, di gente davvero modestina quanto a qualità calcistiche, è questa insanabile mancanza di equilibrio, di cautela, di obiettività, ad aggravare le conseguenze delle critiche, quando non possono non arrivare. In campo, non ci vanno i giornalisti italiani, ci vanno i giocatori italiani. Spero che tu mi abbia capito, caro campionato, scherzo per scaramanzia. Sarebbe una grande, grandissima cosa se l’Italia riuscisse domani a comportarsi onorevolmente contro i campioni del mondo uscenti. E allora i calciatori italiani avrebbero tutta la mia approvazione se si rifiutassero di parlare con quanti hanno dubitato di loro. Non è troppo facile, non è troppo comodo, non è troppo salutare infatti insistere a occuparsi di assi inesistenti. Stammi bene, caro campionato italiano, il Mondiale non ti fa concorrenza.