COPPA UEFA – Ascesa e declino della “damigella” delle Coppe

L’attuale Europa League nacque dall’eredità lasciata dalla Coppa delle Fiere e fino all’avvento della Champions League era considerata per certi versi addirittura più importante della Coppa “Regina”, potendo raccogliere i migliori clubs europei.

L’Uefa, raccolte le “spoglie” della Coppa delle Fiere assegnata definitivamente al Barcellona nel 1971, trasformò la vecchia Coppa in un nuovo trofeo e denominò la manifestazione Coppa Uefa. Sparito completamente già da tempo ogni vincolo con le città legate alle fiere campionarie, si stabili di ammettere le squadre meglio piazzate nei campionati nazionali, che non prendevano parte nè alla Coppa dei Campioni né a quella delle Coppe.

Il numero delle partecipanti era inizialmente fissato in 64. Nel corso degli anni vennero poi introdotti ulteriori criteri di selezione, tra cui il più significativo fu l’istituzione dei coefficienti Uefa. La “classifica Uefa” era frutto di un calcolo basato sui risultati ottenuti dai vari Paesi nelle competizioni europee nell’arco degli ultimi cinque anni. Le nazioni meglio piazzate avevano diritto a quattro posti in Coppa Uefa e così via fino alle meno competitive alle quali veniva assicurato un posto. A livello di accoppiamenti, venne escluso che il sorteggio potesse mettere di fronte squadre di una stessa nazione prima dei quarti di finale (negli anni ’90 si è passati al terzo turno) e si cominciò a usare il criterio tennistico delle teste di serie, per evitare che le formazioni più forti si incontrassero nei primi turni del torneo.

La frantumazione di Urss e Jugoslavia moltiplicò negli anni Novanta le nazioni partecipanti, rendendo necessari turni preliminari per ridurre le 100 squadre presenti a inizio manifestazione. Particolari bonus di partecipazione vennero poi concessi ai Paesi ai primi posti nella classifica Fair Play e dal 1995 al 2008 venne disputato in piena estate il torneo Intertoto, competizione cui prendevano parte le prime escluse dalla Coppa Uefa dei vari campionati e che assegnava posti utili per l’ingresso nel tabellone principale del torneo.

Con l’allargamento della Champions League fino a quattro squadre per le nazioni ospitanti i campionati più importanti, la Coppa delle Coppe venne abolita e anche la Coppa UEFA subì un ridimensionamento. Nazioni come l’Italia, la Spagna, e l’Inghilterra si trovavano spesso a qualificare con successo quattro squadre alla Champions e a relegare quindi in Coppa UEFA le quinte e seste classificate e la vincitrice della coppa nazionale, che però non di rado risultava già qualificata in Champions così come la finalista perdente, mandando quindi in UEFA la settima classificata. Neanche l’introduzione di una fase a gironi, dalla stagione 2004-05, riuscì a risollevare particolarmente le sorti della competizione.

Le riforme delle competizioni europee volute dall’allora presidente dell’UEFA, Michel Platini, hanno inciso sulla seconda manifestazione continentale per club in maniera più profonda che non sulla Champions League, a cominciare dal cambio di denominazione: dopo 38 anni, non più Coppa UEFA, bensì UEFA Europa League.

Il regolamento della UEFA Europa League ha subito, nel corso degli anni, varie trasformazioni. Attualmente, come recita il regolamento ufficiale dell’UEFA, essa è riservata alle squadre piazzatesi alle spalle dei qualificati alla Champions League e alle vincitrici delle rispettive Coppe nazionali, della Coppa di Lega inglese e della Coppa di Lega francese. Inoltre sono qualificate all’Europa League le squadre che non superano il terzo e il quarto turno preliminare di qualificazione della Champions e le terze classificate della fase a gironi, eliminate quindi della stessa competizione.