Immortals: Guillermo Stábile


El Filtrador

Il 14 novembre 1930, quando il “Conte Rosso”, proveniente da Barcellona, attraccò a Ponte dei Mille, una piccola folla in tumulto cominciò a scandire il suo nome. Stabile scese, gli chiesero se se la sentisse di giocare due giorni dopo contro il grande Bologna. Disse di sì e i dirigenti del Genoa partirono alla volta di Roma, per avere il “transfer”. Ma di sabato gli uffici della Federcalcio erano chiusi. Il segretario della Figc però era bolognese e, arrivato a Genova, non potè rifiutare la sua firma. La domenica Guillermo Stabile scese in campo, segnando tre gol e facendo impazzire la tifoseria.

Aveva un modo tutto suo di penetrare nelle aree ribollenti. Partiva a zig zag, con un superbo spunto in velocità e il dribbling appena accennato. Filtrava in area e scaricava tiri di chirurgica precisione. Per questo lo chiamavano “El filtrador”.

Era nato il 17 gennaio 1906 a Buenos Aires, quarto di dieci fratelli di una famiglia originaria dell’Italia. Venne notato per le strade della capitale da un osservatore dell’Huracan e ingaggiato dal club biancazzurro. A quattordici anni debuttava nella quarta squadra come ala; a diciotto, nel 1924, faceva l’esordio in prima, dopo aver segnato 35 reti in una sola stagione. Rapidissimo e guizzante, divenne in breve uno dei più micidiali attaccanti argentini e nel 1926 fu chiamato in Nazionale.

Al Mondiale 1930 fungeva da “secondo” di Roberto Cherro, che tuttavia venne colto da una crisi nervosa e per rincontro col Messico gli lasciò spazio. Fu un boom: 8 gol in 4 partite, il primo titolo di capocannoniere mondiale, passaporto per la fama. Il comandante del “Conte Rosso”, Olivari, abituato alla spola tra Baires e Genova, lo segnalò al Genoa e grazie ai buoni uffici di un comune amico, Filippo Pascucci, convinse Stabile a tornare nella terra degli avi. Si sposò (con Julia Groppo), fece le valigie e sali sul piroscafo verso la gloria.

Ma non avrebbe trovato che delusioni, dopo l’effimero trionfo iniziale. Prima ancora del dramma personale, Stabile assaggiò la difficoltà del campionato italiano. La seconda partita, giocata a Roma contro la Lazio, venne perduta per 5-0: i compagni restavano ad ammirare il gioco di Stabile e si affidavano solo a lui, mentre il centromediano Furlani gli montava una guardia spietata. Sorsero dissapori con l’altro attaccante Banchero finchè la favola si infranse in un’amichevole con l’Alessandria: Stabile arrivò fin davanti alla porta avversaria e stava per calciare, quando il portiere alessandrino Rapetti gli si buttò sui piedi, bloccandoglieli. Stabile perse l’equilibrio e cadde all’indietro: la gamba destra si spezzò, frattura del perone, incidente gravissimo per l’epoca.

Rientrò solo in avvio del campionato 1932-33 e nella primavera successiva, in uno scontro con Galluzzi della Fiorentina, si ruppe la stessa gamba, due centimetri più sotto. Rientrò nel torneo seguente e dopo due partite fu fermato da un lungo infortunio ai legamenti della stessa gamba. Le rudi difese italiane non facevano per lui.

Venne ceduto in prestito al Napoli, tornò al Genoa nel 1935, giocò la prima partita e poi, in rotta coi dirigenti, riscattò il cartellino e si trasferì in Francia, al Red Star, dove chiuse la carriera nel 1938, dopo aver militato nella Nazionale francese, segnando quattro gol in un 6-4 all”Austria.

L’indimenticabile “filtrador” avviò una fortunatissima carriera di allenatore in Francia e la proseguì in Argentina, dove fu per venticinque anni Ct della Seleccion. E morto il 26 dicembre 1966 a Buenos Aires.

Guillermo Stábile
(Buenos Aires, 17 gennaio 1905 – Buenos Aires, 26 dicembre 1966)

StagioneSquadraPres (Reti)
1923-1930 Huracán? (?)
1930-1934 Genova 189341 (15)
1934-1935 Napoli20 (3)
1935 Genova 18931 (1)
1935-1939 Red Star? (?)
Nazionale
1930 Argentina 4 (8)