Immortals: Julio Libonatti


El Potrillo

Fu il primo calciatore sudamericano a trasferirsi in Europa, aprendo la strada col suo successo a una migrazione che dura ancora oggi. Julio Libonatti era nato a Rosario di Santa Fé, da genitori italiani, il 5 luglio 1901 ed era diventato calciatore nelle file del Newell’s Old Boys. Approdato giovanissimo in Nazionale, raggiunse la fama segnando il 30 ottobre 1921 il gol agli eterni rivali dell’Uruguay che consegnò all’Argentina la sua prima Coppa America. L’entusiasmo fu tale che i tifosi se lo caricarono sulle spalle, portandolo in trionfo per chilometri, dallo stadio di Barracas fino alla Plaza de Mayo, nel centro di Buenos Aires.

Piccolo, rapido, agile nel palleggio, dotato di un naturale controllo di palla e di un tiro diretto e preciso, i tifosi argentini lo soprannominarono “El Potrillo”, il puledro, per le sue fughe verso la rete avversaria. La sua nomea attraversò l’oceano e giunse fino al conte Marone, presidente del Torino, impegnato in un generale rinnovamento della squadra. Le difficoltà nel reperire buoni giocatori sul mercato interno indussero i dirigenti granata a sfruttare la convenzione internazionale che consentiva ai figli di italiani di usufruire della doppia nazionalità.

La scelta cadde appunto su Libonatti, che nell’estate del 1925 fece il cammino inverso a quello dei genitori. Il carattere estroverso gli consentì di ambientarsi subito. Esordi il 4 ottobre 1925, a Brescia, vittoria per 4-3 sui locali. Il suo calcio fatto di furbizia e classe entrò in sintonia con quello di Baloncieri, il grande regista offensivo che parlava il suo stesso linguaggio, avendo tirato i primi calci in Argentina. Diciannove reti e il secondo posto in campionato furono il bilancio di quella prima stagione. Nell’estate del 1926 arrivò in granata anche l’interno spezzino Rossetti e nacque il trio Baloncieri-Libonatti-Rossetti, ovvero, classe, fantasia, forza fisica e una capacità realizzativa senza eguali. Il giornalista Giglio Panza raccontava così il centravanti:

«Era l’unico che, sul piano della classe, potesse sostenere il confronto con Baloncieri. Piccolo di statura ma solido nel tronco e quindi forte anche nei contrasti, rapido nello smistamento del pallone, altruista nel gioco come lo era nella vita, questo italo-argentino ha segnato caterve di gol colpendo il pallone di punta, nella metà centrale della circonferenza come un giocatore di biliardo. Un “numero” che non avrei più visto da nessuna parte del mondo».

Il Torino vinse due scudetti di fila (ma il primo venne revocato per lo scandalo Allemandi) e nella seconda stagione Libonatti stabilì il proprio record, segnando 35 gol in 33 partite. Il 28 ottobre 1926, il “Puledro” era il primo oriundo a vestire la maglia azzurra, a Praga. La Cecoslovacchia vinse 3-1, ma l’ottima prova di Libonatti apri la strada azzurra ai sudamericani, che avrebbero fatto la fortuna di Vittorio Pozzo. Frenato nel 1929 da una malattia, Libonatti giocò nel Torino fino al 1934, chiudendo come sostituto di Baloncieri, al timone della manovra.

In tutto, mise insieme in granata 239 partite e 148 reti. Eccezionale la sua media realizzativa in Nazionale, con 17 presenze e 15 gol. Brillante e amante dell’eleganza, per la quale spendeva senza remore, era un personaggio non solo in campo. Chiusa l’avventura nel Torino, accettò le offerte del Genoa, caduto in B, e lo riportò in A. Dopo un’altra stagione in rossoblù (per un totale di 45 partite e 16 reti), decise di smettere e si ritrovò senza una lira. Aveva sperperato tutto. Dovettero pagargli il biglietto del piroscafo per il mesto ritorno in Argentina a Rosario dove morì il 9 ottobre 1981.

Julio Libonatti
(Rosario, 5 luglio 1901 – Rosario, 9 ottobre 1981)

StagioneSquadraPres (Reti)
1917-1925 Newell’s Old Boys141 (78)
1925-1934 Torino238 (150)
1935-1936 Genova 189346 (13)
Nazionale
1919-1922 Argentina 15 (8)
1926-1932 Italia 17 (15)