Immortals: Amedeo Biavati


L’uomo dal doppio passo

Dribblò l’Europa e il mondo intero col folgorante volo di danza del suo “passo doppio”. Uno scambio leggero e ritmato di cui un regista cinematografico, ai tempi del Mondiale 1938, provò, con la scomposizione analitica delle immagini, a carpire il segreto. Il Ct azzurro Vittorio Pozzo, suo grande estimatore, cosi parlava del pezzo forte di “Medeo” Biavati:

«Qualcuno sostiene che Mumo Orsi eseguiva quel finto passo per raccogliere la palla con la seconda gamba, ma io debbo dire che lo abbozzava appena. Biavati è stato l’attaccante che ha portato il passo doppio alla perfezione. Il pubblico ormai lo aspettava, ad ogni sua fuga sulla linea laterale. E lo aspettava anche l‘avversario costretto a fronteggiarlo. Ma non c’era niente da fare. A tutta velocità Medeo eseguiva una specie di saltino per aria, sembrava che volesse passare la palla indietro di tacco. Il difensore rallentava un attimo, Biavati lo saltava toccando la palla col secondo piede e se ne andava».

Il grande Gianni Brera provò a ingabbiare la prodezza nelle parole:

«La finta di iniziare il dribbling con il destro, teso e poi trattenuto e richiamato con armoniosa sornioneria quando l’avversario ha ormai pensato al sinistro. È una finta elegante, con il difetto di non essere un gesto perentorio: ma proprio per la sua semplicità inganna l’avversario che sta per opporsi in tackle e vi rinuncia, insospettito da questa pausa: allora ne approfitta Biavati per partire e prendere vantaggio».

Molto più rapida l’esecuzione, che esaltava, anziché interrompere, il fluire morbido della corsa, lasciando indietro l’avversario come un fastidioso orpello. Il 13 maggio 1939, a San Siro sotto la pioggia, con l’Inghilterra in vantaggio per 1-0, Biavati prese il volo sulla destra per una fuga di quaranta metri: attrasse il famoso terzino Eddie Hapgood e lo beffò una, due volte con il suo diabolico passo, prima di raggiungere e trafiggere il portiere. Hapgood corse a stringergli la mano.

Amedeo Biavati era nato a Bologna il 4 aprile 1915 e nel Bologna era cresciuto (fino a 1,72 per 74 chili), per poi librarsi verso il meglio dopo una stagione a diciannove anni in B, nelle file del Catania. Vinse tre scudetti, nel 1936, 1937 e 1939. e il Torneo dell’Esposizione di Parigi 1937. In azzurro esordì ai Mondiali, contro la Francia, collezionò 18 presenze con 8 reti e il titolo iridato. Al tramonto della carriera lasciò il Bologna, cui sarebbe tornato, dopo un lungo e sfortunato periodo come giocatore-allenatore e poi solo tecnico, a crescere i giovani del vivaio. Morì il 22 aprile 1979, dopo tre mesi di malattia.

Amedeo Biavati
(Bologna, 4 aprile 1915 – Bologna, 22 aprile 1979)

StagioneSquadraPres (Reti)
1932-1934 Bologna16 (6)
1934-1935 Catania27 (5)
1935-1936 Libertas Rimini2 (0)
1936-1948 Bologna203 (58)
1948-1949 Reggina17 (6)
1949-1950 Imolese23 (5)
1950-1951 Magenta28 (11)
1951-1952 Manduria25 (11)
1952-1953 Città di Castello26 (7)
1953-1954 Molfetta19 (8)
1954-1955 Belluno20 (3)
1955-1956 Fano12 (3)
Nazionale: 1938-1947 Italia 18 (8)